La Polizia di Stato ha sgominato una rete di soggetti che attraverso Facebook scambiavano materiale pedopornografico, in alcuni casi prodotto sfruttando minori adescati su Internet.
La “rete” è stata ricostruita dagli investigatori del Compartimento Polizia Postale e delle Comunicazioni di Firenze che hanno arrestato 2 persone e denunciato in stato di libertà altre 12 tra cui un aspirante diacono, pensionati, disoccupati, uno studente ed un detenuto in carcere per reati della stessa indole. Tutte le persone sono ritenute responsabili di detenzione e diffusione di materiale pedopornografico, e, in alcuni casi, della produzione del predetto materiale utilizzando gli stessi minori vittime di adescamento in Rete.
L’attività, nata dalla segnalazione di una organizzazione non governativa statunitense e diretta dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Firenze, è stata coordinata dal Centro Nazionale per il Contrasto della Pedopornografia Online del Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni di Roma con il supporto di altri Compartimenti della Specialità.
La Polizia spiega come è stata sgominata la rete
La “rete” è stata ricostruita dagli investigatori del Compartimento Polizia Postale e delle Comunicazioni di Firenze che ha portato a termine nei giorni scorsi un’operazione di contrasto al fenomeno della pedopornografia online con l’arresto di 2 persone e la denuncia in stato di libertà di altre 12, tutte responsabili di detenzione e diffusione di materiale pedopornografico, e, in alcuni casi, della produzione del predetto materiale utilizzando gli stessi minori vittime di adescamento in Rete.
L’attività, diretta dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Firenze, che ha coinvolto altre provincie sul territorio nazionale, è stata coordinata dal Centro Nazionale per il Contrasto della Pedoponografia Online del Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni di Roma con il supporto di altri Compartimenti della Specialità.
Tutto ha avuto inizio da una segnalazione del National Center for Missing Exploited Children (NCMEC), organizzazione non governativa statunitense, inerente alla diffusione di materiale pedopornografico in particolare a mezzo del social network Facebook.
Attraverso una complessa e preliminare attività specialistica, gli investigatori del Compartimento di Firenze sono riusciti a dare un nome a chi si nascondeva dietro gli ID di Facebook e i protocolli internet: pensionati, disoccupati, uno studente, un agente di attività finanziaria, un dipendente di un’Azienda Ospedaliera, un dipendente di un bar, un detenuto (in carcere per reati della stessa indole) e persino un aspirante diacono (non in regione
Toscana - con ordinazione che sarebbe intervenuta di lì a pochi giorni), oltre a tre vittime tra i 13 e i 17 anni.
Abruzzo, Campania, Lazio, Lombardia, Marche, Umbria, Sicilia, le zone interessate dalle perquisizioni disposte dall’Autorità Giudiziaria ma il regista principale era proprio un 48enne residente nell’area del capoluogo toscano, arrestato in flagranza. L’uomo deteneva anche filmati amatoriali di minori ripresi a loro insaputa sulle spiagge del litorale toscano.
La preview effettuata su un centinaio di personal computer, smartphone, tablet e supporti di memoria esterni sequestrati ai vari soggetti hanno immediatamente confermato la ricostruzione degli investigatori fiorentini e consentito di acquisire alcune migliaia di immagini e filmati illeciti.
Sono al vaglio degli inquirenti alcune posizioni di soggetti stranieri titolari di profili Facebook, facenti parte del gruppo, che verranno comunicati tramite i canali di cooperazione internazionale agli investigatori di altri Paesi.
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