Si è tenuta questa mattina l’audizione in commissione Sanità dei rappresentanti della Lidu, la Lega internazionale dei diritti umani, sezione toscana. È stato il presidente Olinto Dini, accompagnato da Alessandro Scarafuggi, già direttore generale della Ausl di Massa e poi di quella di Pistoia, a rappresentare la posizione della Lidu sulla riforma della sanità toscana, “il nostro disagio” e la preoccupazione, “abbiamo la sensazione che il servizio sanitario nazionale abbia difficoltà a rimanere in piedi. Come Lidu, abbiamo partecipato all’ultima riforma, non siamo stati favorevoli, abbiamo raccolto 50mila firme. Incontriamo sempre più cittadini che non sono più in grado di ricevere un’assistenza puntuale ed efficiente. I pensionati con la pensione sociale in maggioranza non si curano più”. E dentro gli ospedali, ha aggiunto Dini, “gli operatori non sono entusiasti”, dove ai problemi di occupazione “si risponde sempre più spesso con contratti anomali”. Di qui la richiesta di “attenzione, c’è bisogno di fare una verifica del servizio sanitario, che deve continuare ad esserci”.
La richiesta di “un momento di revisione” è rafforzata da Scarafuggi, che ha ricordato come in chi lavora all’interno del sistema sanitario “non si sono avvertite le opportunità del progetto”. E anche sulla riduzione dei costi, “malgrado tutti litighino perché il personale manca, dalla relazione della Corte dei Conti nazionale si vede che la Toscana non ha ridotto nemmeno le spese del personale”.
“Alcune delle questioni poste sono condivisibili e le facciamo nostre come sollecito, invito a una riflessione che stiamo facendo – ha risposto in conclusione il presidente Scaramelli –, altre evidenziano un livello di percezione, che comunque deve essere sempre ascoltato, come ogni punto di vista. In parte, rilevo una lettura un po’ semplicistica”. Il presidente prende ad esempio la questione della partecipazione: “Dire che le istituzioni locali in passato erano partecipi dei processi decisionali e oggi non lo sono – obietta Scaramelli –, meriterebbe un confronto molto più approfondito. Oggi le istituzioni amministrative locali hanno una grande funzione nel governo delle questioni socio-sanitarie, possiamo discutere insieme se la esercitino o non la esercitino. Sui territori – prosegue il presidente –, la principale capacità di gestione è in capo ai sindaci, che hanno potestà gestionale e di programmazione socio-sanitaria. Il mutato quadro politico in Toscana, con molte città non più amministrate dal Pd, rende tutti partecipi di questa analisi. Abbiamo di fronte un quadro composito del panorama politico-istituzionale per l’assunzione delle responsabilità in merito alle scelte che la nuova legge consente di fare”.
Fonte: Consiglio regionale della Toscana
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