Bekaert, i lavoratori in Consiglio regionale: approvata mozione

Un atto di violenza, un colpo di mano inaccettabile, che ha gettato nell’angoscia 318 lavoratori, le loro famiglie, più tutti coloro che lavorano nell’indotto. Sono questi i termini con cui una delegazione di lavoratori e rappresentanti sindacali della Bekaert di Figline e Incisa Valdarno (Firenze) ha descritto la decisione di chiudere l’azienda in 75 giorni, presa dalla multinazionale belga.

Iuri Campofiloni della Fiom Cgil di Firenze, Filippo Pesci della Rsu e Daniele Calosi, segretario generale Fiom Cgil Firenze, sono intervenuti questa mattina in apertura della seduta del Consiglio regionale della Toscana, su invito del presidente Eugenio Giani, per esporre quella che è la situazione dell’azienda e rispondere alle domande dei consiglieri regionali. I gruppi consiliari sono al lavoro per dare vita a una mozione unitaria, che riassuma i vari documenti presentati in queste ore, che dovrebbe essere approvata in fine mattinata. L’azienda, che produce rinforzi in acciaio per pneumatici, è stata acquistata dal gruppo belga da Pirelli nel 2014 e, con i suoi sessanta anni di attività, rappresenta una realtà produttiva fondamentale per il Valdarno superiore.

“Ho invitato i lavoratori a parlare nella prima seduta di aula disponibile – ha spiegato il presidente Giani – dopo essermi recato al loro presidio davanti allo stabilimento. L’obiettivo è quello di fornire loro una platea più ampia possibile, esprimere la nostra assoluta solidarietà, prendere posizione in uno spirito di massima compattezza, e senza strumentalizzazioni politiche, davanti a un gesto senza precedenti”.

“Per come è stato perpetrato, è un atto di violenza inaudito – ha spiegato Iuri Campofiloni -. Venerdì i dirigenti si sono presentati scortati dal servizio di vigilanza personale, hanno comunicato la decisione di cessare la produzione in 75 giorni e se ne sono andati. Nel frattempo, con i dipendenti al lavoro, le lettere che annunciavano la chiusura sono state spedite alle famiglie, aperte da mogli, genitori e figli, che sono accorsi in lacrime ai cancelli dello stabilimento”. Campofiloni ha ripercorso brevemente la storia dell’azienda dalla cessione da parte di Pirelli. “Nel 2017 abbiamo lavorato h24 su 21 turni, con un monte altissimo di ore di straordinario - ha spiegato - E dato che Figline è uno stabilimento che comprende sia la fabbrica sia il settore ricerca e sviluppo, siamo stati capaci di sviluppare in otto mesi un prodotto che i belgi tentavano da anni di realizzare”. Dunque un’azienda pienamente produttiva e una realtà di eccellenza. “Ma la dirigenza ci ha comunicato che, per esigenza di mercato, preferisce spostare la produzione in Romania e Slovacchia, dove i costi del lavoro sono inferiori”.

Ieri si è svolto un incontro al Ministero, a cui l’azienda non ha partecipato, facendo sapere in separata sede di non avere alcuna intenzione di recedere dalla decisione di cessare l’attività. Con la richiesta di cessazione, per gli effetti del “Jobs Act”, ha spiegato ancora Campofiloni, non esiste la possibilità di far partire la cassa integrazione per 24 mesi, e dunque non esiste alcun ammortizzatore sociale per lavoratori che hanno un’età media di 50 anni, troppo giovani per andare in pensione e che avranno difficoltà a trovare nuovi impieghi. “L’unica offerta fatta è quella di una cosiddetta ‘mitigation’, cioè un rimborso in denaro per il danno ai lavoratori”.

Nel frattempo i lavoratori hanno deciso di sospendere lo sciopero e di tornare a lavoro, anche senza la presenza di dirigenti. L’azienda sta dunque continuando a produrre con le scorte a disposizione. “L’arroganza della Bekaert è stata incredibile - ha detto Filippo Pesci della Rsu - . Con i tempi che ci sono stati dati non è possibile far altro che chiudere. E’ fondamentale che la richiesta di cessazione sia ritirata, per trovare soluzioni”.

“Non possiamo far partire una trattativa se non c’è ritiro della procedura – gli ha fatto eco Daniele Calosi -. E se accettiamo la ‘mitigation’, è chiaro che la chiusura dello stabilimento di Figline è cosa fatta. Ma come si fa a far partire una trattativa con dirigenti che fuggono e che, in totale disprezzo delle istituzioni, non si presentano ai tavoli convocati? La Toscana deve reagire davanti a un atto del genere: non si può arrivare, sfruttare il nostro territorio, poi scappare lasciando un’emergenza sociale. Invito tutti alla mobilitazione”.
Intanto, per venerdì prossimo 29 giugno, è stata indetta alle 20.30 una manifestazione che, partendo dai cancelli della Bekaert, si concluderà in piazza Marsilio Ficino, la piazza principale di Figline, con un consiglio comunale aperto. Sono stati invitati gli amministratori del Valdarno, provinciali, regionali, i parlamentari, tutta la popolazione.

Il Consiglio regionale approva con voto unanime una mozione condivisa, sottoscritta da tutti i gruppi consiliari, che fa sintesi delle precedenti mozioni già depositate (Art1/Mdp con sottoscrizione del Pd; Sì-Toscana a sinistra; Lega; Forza Italia). Questa la prima risposta dell’assemblea di palazzo del Pegaso alla gravissima crisi che sta attraversano lo stabilimento Bekaert (ex Pirelli) di Figline e Incisa Valdarno. L’improvvisa chiusura messa in atto dal gruppo dirigente, una multinazionale belga, coinvolge 318 persone e un indotto di oltre 100 lavoratori.

Dopo l’appello lanciato ieri da Giani per convergere su una mozione al fine di “scongiurare una catastrofe” che non può essere accettata “senza colpo ferire”, il testo finale condiviso da tutti i gruppi impegna la Giunta regionale a “proseguire nell’azione intrapresa, di concerto con le organizzazioni sindacali, al tavolo presso il Ministero del lavoro ai fini di salvaguardare la produzione e i posti di lavoro”; ad attivarsi “presso le competenti sedi europee affinché siano promosse tutte le azioni possibili per scongiurare la delocalizzazione della produzione”; e a esercitare “ogni azione di propria competenza per il mantenimento del sito produttivo e dei livelli occupazionali”.

Situazione “tragica per i 318 licenziamenti”, conferma il capogruppo di Sì-Toscana a sinistra, Tommaso Fattori nella dichiarazione di voto, “terribile ed emblematica per la condotta di una multinazionale che ancora una volta delocalizza per aumentare i propri profitti. Una situazione incredibile – prosegue – perché prima si è consentito alla Bekaert di diventare monopolista del settore, ora sostanzialmente facciamo in modo che un’azienda funzionante non possa essere rilevata dalla concorrenza, che avrebbe tutto l’intesse di proseguire la produzione a Figline ed entrare nel mercato europeo”. Un tipico caso di “capitalismo predatorio” di fronte al quale “la politica deve risposte per evitare di subire le decisioni della multinazionale e rendere possibile l’insediamento di una nuova proprietà, anche attraverso un momento di controllo pubblico”.

La consigliera Serena Spinelli (Art.1-Mdp):“La chiusura dello stabilimento Bekaert di Figline V.no rischia di avere un impatto drammatico sul territorio. Siamo di fronte a un tema che non riguarda una parte politica ma tutti gli schieramenti in campo e le istituzioni a tutti i livelli. Per questo è fondamentale che il Ministro del Lavoro e la proprietà garantiscano la loro presenza ai tavoli, a differenza di quanto è successo ieri durante il primo incontro. Ringrazio le rappresentanze sindacali che questa mattina hanno preso parte alla seduta del Consiglio regionale, dimostrando, ancora una volta, di fare ogni sforzo affinché sia individuata una via d’uscita; così come hanno proposto ieri al tavolo presso il Mise chiedendo di attivare una cassa integrazione per ristrutturazione, alternativa ai licenziamenti. Proprio in queste ore i lavoratori dello stabilimento valdarnese sono tornati al lavoro, dando a chi vorrebbe cessare la produzione la più grande risposta di dignità. Con la mozione approvata oggi in Consiglio regionale, chiediamo unitamente alla Giunta di fare ogni sforzo per il mantenimento del sito produttivo e dei livelli occupazionali: di proseguire con l’impegno messo in campo finora affinché di concerto con i sindacati, presso il Tavolo al Mise, si salvaguardino i livelli occupazionali. E ad attivarsi in sede europea, data la natura sovranazionale dell’azienda operante anche in altri Paesi, in particolare Slovacchia, Romania e Belgio, per scongiurare la delocalizzazione della produzione”.

Dichiarazioni condivise “pienamente” dalla consigliera Valentina Vadi (Pd), che porta “la voce del Valdarno aretino e fiorentino”, un territorio che “corre il rischio di un disastro sociale”. La consigliera esprime la “solidarietà ai lavoratori che stanno facendo la cosa migliore: sono tornati a lavorare” e chiede l’impegno “di tutte le forze politiche e di tutti i livelli istituzionali, nei confronti della violenza e l’arroganza manifestata dall’azienda, con un atto disumano”.

Il consigliere Jacopo Alberti (Lega), portavoce dell’opposizione, assicura “il nostro massimo sostegno e la solidarietà ai lavoratori. Tocca alla politica cercare di fare il possibile per risolvere questa crisi – dice Alberti –. Dobbiamo ripristinare lo spirito del 1953, quando proprio la politica, con il sindaco La Pira, risolse il problema della Pignone”.

Anche il capogruppo di Forza Italia, Maurizio Marchetti, chiama tutte le forze a “seguire questa fase difficilissima e a scongiurare la possibile, imminente chiusura. Non avremo molti argomenti per poter combattere, ma proprio per questo serve un impegno forte”.

Tommaso Fattori (Sì-Toscana a Sinistra) ha chiesto di valutare insieme ai sindacati quali siano le strade migliori da intraprendere “per impedire che uno stabilimento di eccellenza venga chiuso solo nell’ottica di far fuori la concorrenza”.

“Occorre lo sforzo di tutti per trovare una soluzione a questa drammatica situazione che colpisce oltre 300 lavoratori e le loro famiglie – afferma la Consigliera regionale pentastellata Irene Galletti – Apprezziamo molto lo sforzo che sta facendo il Ministero del Lavoro per scongiurare la delocalizzazione all’estero dell’azienda e salvaguardare così la produzione e i posti di lavoro in Toscana. Proprio perché occorre un’azione congiunta, vi è la necessità di un coinvolgimento di tutte le sigle sindacali e USB in questa situazione, anche per incoraggiare l'unità d’intenti e scoraggiare eventuali divisioni interne ai lavoratori. Mi ha pertanto sorpreso apprendere che oggi in Consiglio regionale fossero state invitate soltanto alcune sigle sindacali. Voglio pensare si sia trattato di un disguido e che nelle occasioni future, ed in particolar modo in contesti istituzionali, venga prestata attenzione a tutte le rappresentanze dei lavoratori. Strumentalizzare in chiave politica vicende così gravi sarebbe certamente un errore. In questa, come in tutte le situazioni analoghe, è necessario che le Istituzioni ascoltino tutte le rappresentanze. Chiamiamo dunque alla massima partecipazione di tutti alla manifestazione di protesta che si terrà il prossimo 29 giugno a Figline Valdarno, manifestazione che partendo dai cancelli della Bekaert, si concluderà nella piazza principale di Figline con un consiglio comunale aperto.”

L'appello dell'eurodeputato Danti (Pd)

L’eurodeputato PD Nicola Danti ha scritto oggi alla Commissaria europea alla Concorrenza Margrethe Vestager una lettera congiunta insieme ai colleghi Paolucci e Bonafè per chiedere l’apertura di una indagine che faccia luce su eventuali violazioni delle regole europee sulla concorrenza nel caso Bekaert. Nella lettera si chiede in particolare di chiarire se l’azienda belga abbia o meno utilizzato fondi europei o fondi di Stato della Romania per spostare la produzione dall’Italia in quel paese. L’iniziativa di oggi arriva dopo l’interrogazione già presentata la scorsa settimana alla Commissione europea sullo stesso argomento.

Questo il commento dell’On. Danti:
«Anche qui a Bruxelles coi colleghi Bonafè e Paolucci ci stiamo muovendo in tutti i canali a nostra disposizione per tutelare i lavoratori della Bekaert di Figline. Ci aspettiamo ora che la commissaria avvii al più presto l’indagine e ci aspettiamo che il ministro Di Maio solleciti la Commissione europea in questo senso, come aveva fatto il suo predecessore Calenda sulla vicenda Embraco. Non ci fermeremo nella nostra battaglia fino a quando sarà completamente tutelata la dignità dei lavoratori coinvolti. Sarò al loro fianco anche venerdì a Figline, in occasione della fiaccolata e del Consiglio Comunale straordinario.»

Vadi (Pd): "Un atto disumano che potrebbe configurarsi come un disastro ‘sociale’ per tutto il Valdarno fiorentino ed aretino"

“Intervengo in aula prima di tutto per condannare la violenza e l’arroganza dell’atto compiuto venerdì scorso dalla proprietà belga della Bekaert di Figline Valdarno, una violenza che si è manifestata nei modi e nelle forme che ci sono state raccontate dai delegati sindacali presenti in Consiglio Regionale. Sono, questi, gli effetti di una delocalizzazione senza regole e selvaggia rispetto alla quale è necessario che l’Europa intervenga con forza e determinazione dando regole certe che garantiscano i lavoratori da atti di prepotenza quali quello accaduto a Figline Valdarno. Un atto disumano che potrebbe configurarsi come un disastro ‘sociale’ per tutto il Valdarno fiorentino ed aretino,di cui porto, oggi, la voce in Consiglio Regionale, perché in quel territorio vivo. I 318 lavoratori ‘licenziati’ provengono da numerosi comuni della vallata: Figline, San Giovanni Valdarno, Castelfranco Piandiscò, Reggello, Terranuova, Montevarchi e la decisione della Bekaert, se sarà confermata con questa forza, avrà un forte impatto sociale sulle comunità e sul tessuto sociale.

Per questa ragione mi auguro che tutti i livelli istituzionali, sindacali e politici facciano di tutto per giungere ad una soluzione che tuteli i diritti dei lavoratori e garantisca l’occupazione, a partire dal ritiro della procedura di licenziamento. Come hanno sottolineato le rappresentanze delle RSU, è ammirevole e da apprezzare la decisione dei lavoratori di riprendere la produzione: penso non sia affatto facile decidere di ricominciare a lavorare con l’attesa di essere licenziati entro pochi giorni.

Su questa vicenda siamo arrivati in ritardo e non abbiamo ascoltato a sufficienza chi, all’epoca della vendita da parte di Pirelli, metteva in guardia ed esprimeva una forte preoccupazione: ricordo le preoccupazioni dell’allora sindaco di Figline, Riccardo Nocentini su una acquisizione che si configurava nelle forme di una concentrazione monopolistica della produzione in Europa da parte di Bekaert. Che adesso le istituzioni, a tutti i livelli, marcino in sintonia con i sindacati ed i lavoratori perché la situazione possa trovare una soluzione: l’approvazione all’unanimità, in Consiglio Regionale, di una mozione proposta unitariamente da tutti i gruppi consiliari, che impegna la Giunta Regionale a proseguire nell’azione intrapresa, di concerto con le organizzazioni sindacali al tavolo del Mise per salvaguardare la produzione ed i posti di lavoro, è un segnale importante in questa direzione”.

Così Valentina Vadi, Consigliera regionale del Partito Democratico intervenendo in aula sulla mozione unitaria di solidarietà ai lavoratori e ai sindacati impegnati nella vicenda della Bekaert di Figline Valdarno (Firenze )approvata nella seduta odierna del Consiglio regionale.

La solidarietà di Confesercenti Valdarno

Nota del Direttivo Confesercenti Valdarno

“La vicenda della Bekaert ha scosso tutto il Valdarno aretino e fiorentino.

È un durissimo colpo per l’economia della zona, ma soprattutto è un colpo durissimo per tutti i lavoratori che su quell’azienda hanno basato i loro progetti di vita, la loro stabilità e le loro sicurezze.

Il direttivo della Confesercenti Valdarno Fiorentino è vicino a tutti i lavoratori e alle loro famiglie. Ci auguriamo che gli sforzi che le amministrazioni comunali stanno facendo in questo momento, riescano a portare risultati che diano stabilità e un lavoro a tutte queste persone.

Come Confesercenti Valdarno, saremo presenti alla manifestazione che è stata indetta venerdì 29 giugno alle ore 20.30 per solidarietà ai dipendenti. Un corteo partirà dall’azienda con direzione Piazza Ficino, dove alle 21.30 si svolgerà un consiglio comunale straordinario apposito. Ci auguriamo che tutta la popolazione risponda con molta affluenza a questo importante  appuntamento, per dimostrare solidarietà e vicinanza ai dipendenti dell’azienda.

Chiusura Bekaert di Figline Incisa, Mugnai (FI) al Governo

«Informativa urgente e iniziative anche con coinvolgimento Pirelli»

«Informativa urgente, iniziative sollecite e decise, coinvolgimento di Pirelli nella vertenza Bekaert di Figline Incisa»: è quanto ha chiesto oggi al Governo il deputato di Forza Italia Stefano Mugnai, coordinatore regionale degli azzurri in Toscana e Vicecapogruppo del suo partito alla Camera.

Nella sua visita ai lavoratori in presidio davanti allo stabilimento, domenica scorsa, Mugnai aveva già annunciato la propria iniziativa. Oggi via ha dato seguito, tornando tra l’altro a sottolineare l’assenza di rappresentanti del Governo all’incontro tenutosi ieri presso il Ministero per lo sviluppo economico: «Spiace che al suddetto incontro del 26 giugno con i sindacati e le istituzioni locali non sia stato presente il Ministro Di Maio – dichiara Mugnai – che tuttavia risultava presente alla Camera. Peraltro abbiamo appreso che il Ministro sabato scorso era presente in Valdarno, a Montevarchi, a pochissimi minuti d’auto dallo stabilimento di Figline: una sua visita ai lavoratori, già in assemblea permanente, avrebbe, da un lato, rassicurato i lavoratori in un momento così drammatico, ma al contempo anche contribuito a dare ulteriore risalto alla vicenda dimostrando un serio interessamento del Ministro».

E allora Mugnai rilancia, richiamando la vicenda a partire dalla comunicazione, da parte della multinazionale belga Bekaert ai vertici del sito produttivo valdarnese, di chiusura della fabbrica specializzata in produzione di steel cord per pneumatici entro 75 giorni: «L’azienda – spiega Mugnai – impiega 318 lavoratori per i quali sono state avviate le procedure di licenziamento, con decisione genericamente motivata con scarsa prospettiva di redditività». Secondo il coordinatore toscano di Forza Italia «l’azienda probabilmente progetta da tempo la chiusura e smantella via via la filiera produttiva ponendo in essere comportamenti coerenti con quanto comunicato venerdì scorso, ma, al contempo, pone in essere condotte elusive finalizzate a rassicurare i lavoratori. Basti pensare che la settimana precedente era stata avviata la trattativa con il personale per i premi di produttività».

Lo stabilimento era fino a pochi anni fa di proprietà Pirelli. E proprio il coinvolgimento del vecchio proprietario è quanto oggi ipotizza Mugnai come exit strategy da una situazione che a livello d’area riveste contorni drammatici: «L’attuale proprietà – osserva il parlamentare di Forza Italia – ha rilevato da Pirelli pochi anni fa lo stabilimento in questione e, a seguito di quella transazione, è divenuta un’importante fornitrice di Pirelli stessa. Parrebbe pertanto opportuno, da parte del Governo, un coinvolgimento nella vertenza anche di Pirelli che, nel momento della vendita dello stabilimento in parola, fornì rassicurazioni al Ministero in merito alla volontà di Bekaert di mantenere produzione e livelli occupazionali nello stabilimento di Figline».

Su queste basi, Mugnai ha presentato «richiesta di informativa urgente al Ministro in ordine alle iniziative che intende promuovere con la massima sollecitudine e determinazione».

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