Inclusione dei migranti, il progetto di Seravezza

Lavori di utilità sociale, inserimento nel mondo del volontariato, formazione. Sono le tre direttrici del progetto pilota “Un passo alla volta…” varato dall’Amministrazione Comunale per l’inclusione e la promozione della persona quale “cellula operosa della collettività”. Un’azione sperimentale dedicata prioritariamente ai richiedenti asilo, ma aperta a tutti coloro che desiderano impegnarsi a titolo volontario per condividere un percorso di collaborazione con l’ente pubblico e con le associazioni del territorio. A poche settimane dall’approvazione da parte della Giunta Municipale e con le prime attività già in corso, l’assessore al sociale Orietta Guidugli presenta l’iniziativa. «Siamo partiti con pragmatismo e nel concreto ancor prima di illustrare pubblicamente il progetto», dichiara l’assessore. «Abbiamo infatti alcuni ragazzi già impegnati nell’ausilio agli anziani ospiti della colonia estiva ed altri inseriti nell’organizzazione di attività benefiche promosse dalla Società San Vincenzo de’ Paoli. I primi riscontri sono molto positivi. Tra le prossime azioni ci saranno sicuramente quelle dell’ambito formativo, con corsi gratuiti aperti non soltanto ai richiedenti asilo. Inoltre, abbiamo avviato contatti a Seravezza e ad Azzano, vale a dire nelle località che ospitano i due centri di accoglienza attivi sul nostro territorio, con l’intento di sviluppare iniziative che coinvolgano trasversalmente, oltre al sociale, settori diversi come ad esempio i lavori pubblici».

Il progetto “Un passo alla volta…” nasce dalla volontà di promuovere l’integrazione dei migranti nel contesto sociale che li ospita, offrendo un ventaglio di occasioni di contatto e scambio con il territorio. Un sistema modulare e aperto, un grande contenitore pronto ad accogliere progetti anche molto diversi tra loro, che vedono il Comune di volta in volta nel ruolo di promotore o di partner e che punta al coinvolgimento degli enti del terzo settore. Le direttrici operative sono tre: attività di volontariato a fini di utilità sociale; promozione di contatti significativi con il contesto sociale attraverso le realtà del volontariato; formazione.

Il primo asse prevede attività a esclusivo titolo di volontariato quali cura del verde pubblico, piccole manutenzioni (tinteggiatura, riassetto locai, ecc.) e facchinaggio leggero, interventi di decoro urbano, supporto allo svolgimento di manifestazioni pubbliche e alle fasce deboli della popolazione. Attività che sono quindi rivolte alla comunità locale e che assumono per questo un valore simbolico, dando concretezza al concetto di reciproco aiuto e riequilibrando la visione del rapporto tra ospitante e ospitato.

Il secondo asse prevede l’inserimento delle persone in associazioni di volontariato che possano coinvolgerle nelle loro attività e favorire in tal modo la costruzione di legami interpersonali. È il caso, ad esempio, dell’aiuto che i migranti hanno offerto alla San Vincenzo de’ Paoli nell’allestimento dello spettacolo benefico “46664 Nelson Mandela Tribute - Un lungo cammino verso la libertà” messo in scena a fine maggio alle Scuderie Granducali e dell’attività che gli stessi giovani stanno continuando a svolgere in seno all’associazione. «Il momento aggregativo del volontariato assume in questo caso una valenza socializzante e di contrasto all’emarginazione», spiega l’assessore Guidugli. «L’associazione opera con un approccio di tipo “educativo” per favorire l’apprendimento di modalità relazionali, assunzione di responsabilità, approccio a realtà diverse da quella di origine».

Il terzo asse del progetto riguarda la formazione, con l’obiettivo di creare i presupposti affinché le persone coinvolte migliorino le proprie competenze, sviluppino le potenzialità personali, aumentino i contatti con il territorio. «Il settore sociale sovvenzionerà con risorse proprie l’organizzazione di corsi (abbiamo deciso di partire sul tema della sicurezza sul lavoro, ma stiamo pensando anche agli attestati HACCP) che intendiamo aprire anche a categorie diverse dai richiedenti asilo, ad esempio a tutta l’ampia fascia di soggetti che beneficiano di contributi economici erogati dal Comune e che si connotano per una condizione di fragilità».

Fonte: Comune di Seravezza - Ufficio Stampa

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