Abbiamo assunto poche ore fa la notizia di un episodio violento accaduto nel carcere “Le Sughere”, in cui è rimasto vittima un Assistente capo della Polizia penitenziaria. La vicenda – informa la UIL PA Polizia Penitenziaria - ha avuto origine da una lite degenerata tra un detenuto italiano e uno straniero, che, per motivi legati alla sicurezza all’interno del reparto, andava fermata, circoscritta.
Difatti, così è stato, ma nel dividere i due facinorosi ha avuto la peggio l’Assistente capo, che colpito alla testa con violenza con una macchinetta da caffè in possesso del detenuto aggressore, ha perso le forze e caduto rovinosamente sul pavimento perdendo anche i sensi. Grazie all’intervento tempestivo di un altro agente, seppur impegnato in quel momento in altre incombenze, è stato possibile portare in salvo il collega aggredito.
Il personale sanitario che si è recato sul posto per le prime operazioni di soccorso, ha diagnosticato l’urgenza del trasporto al nosocomio della città, ove il malcapitato ha ricevuto le prime cure in via d’urgenza. Il reparto dove si è consumata la tragedia – chiosa la UIL - conta circa 70 detenuti, di tipologia multi etnica, che va dal nord Africa all’Europa dell’est, con le implicite differenze di tipo culturale e religioso, di educazione e costumi, di profilo sanitario e di propensione al rispetto delle regole carcerarie e ai principi costituzionali del trattamento e della rieducazione.
Un reparto che - aggiunge il Sindacato - a differenza dei dati rilanciati con “proclami politici” dai garanti dei detenuti nell’occasione di una recente conferenza stampa tenuta presso il palazzo comunale, rispetto alla reale capienza regolamentare straborda da mesi con numeri impressionanti e illegali – circostanza che può essere sostenuta e riconfermata da chi è investito istituzionalmente del compito di vigilanza e osservazione dei detenuti -, altro che “… mancano tre detenuti da allocarvi per raggiungere la soglia limite”!
Non solo, dal punto di vista strutturale il reparto detentivo in materia è stato decretato pericolante, difatti, per l’area che comprende i locali delle docce in comune è stato disposto circa un anno fa il divieto dell’utilizzo. A seguito di ciò, quindi da un anno a questa parte, per garantire l’igiene della persona, gli Agenti, su decisione dell’Amministrazione Penitenziaria, sono costretti a sobbarcarsi una vera e propria “diaspora” di detenuti verso un altro reparto, deputato alla prima accoglienza, situato nella c.d. area smistamento, in poche parole l’ingresso di tutta l’area detentiva, ove avviene anche il transito degli operatori civili, comprese le professionalità esterne.
Per la UIL, il concorso di tutti i fattori negativi evidenziati sono i promulgatori dello stato di malessere del personale di Polizia penitenziaria e della compressione dei livelli di sicurezza in cui è costretto ad operare, che portano immancabilmente ad episodi come questo che è avvenuto oggi! Ci aspettiamo – conclude la UIL - che l’Amministrazione colga questa preziosa opportunità non solo per dimostrare vicinanza sia al collega aggredito sia a tutto il personale che presta servizio di reparto, ma che sostenga quanto più volte recriminato dalla UIL riguardo agli interventi necessari da attualizzare, a tutela dei lavoratori! Al collega, ancor prima amico, auguriamo una pronta guarigione.
Fonte: Uil-Pa
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