Inseguimento in via Canova, Nardella: "Il Comune si costituirà parte civile"

Il sindaco Dario Nardella ha fatto una comunicazione in Consiglio comunale sull’inseguimento di ieri in via Canova. Di seguito l’intervento completo:

“Con grandissimo dolore inizio questa mia comunicazione urgente al Consiglio Comunale, per confermare che alle 12 di oggi si è riunita la Commissione medica dell’ospedale di Careggi con la quale è iniziato l’accertamento di morte encefalica di Duccio, il nostro concittadino 29enne che è stato investito ieri durante un inseguimento causato da una lite familiare tra due nuclei di nazionalità macedone in via Canova. La dinamica di questa vera e propria tragedia sarà definitivamente chiarita dalle forze di Polizia e dalla magistratura.

Voglio innanzitutto ringraziare il personale medico di Careggi, con il quale sono stato insieme all’assessore Sara Funaro tutto il pomeriggio e la serata di ieri e che con sensibilità e professionalità  ancora segue la situazione, gli psicologi del Comune intervenuti anch’essi ieri e i Carabinieri del Comando provinciale di Firenze per la tempestività dell’azione, che si è svolta già ieri. Le indagini sono ovviamente tutt’ora in corso e dunque non potrò e non potremo intervenire su aspetti che dovranno essere opportunamente definiti.

Per quello che ci è dato sapere, oltre a quanto pubblicato dai media con foto e video, è che i Carabinieri già ieri, nell’immediatezza del fatto, avevano fermato i responsabili: al momento due di essi sono in stato di arresto ed è accertato che provengono dal villaggio del Poderaccio; altri due sono denunciati a piede libero. Si tratta di quattro individui di nazionalità macedone, residenti da più anni in città. Abbiamo totale fiducia nel lavoro della magistratura e al tempo stesso ci aspettiamo che vi sia la massima severità nel punire i criminali. Non possiamo ogni volta rassegnarci alla logica della fatalità, perché qui si tratta di violenza.

Questa mattina ho condiviso con il presidente del Quartiere 4 Mirko Dormentoni la decisione di tenere un Consiglio aperto alla cittadinanza e a tutte le forze politiche per offrire un momento pubblico, istituzionale e condiviso da tutti, a chiunque voglia esprimere vicinanza alla famiglia di Duccio, ai suoi amici e conoscenti e voglia partecipare liberamente e democraticamente al dibattito pubblico cittadino.

Pur in attesa di conoscere l’esito delle indagini, fin d’ora ho dato disposizione agli uffici di revocare l’assegnazione di alloggio a coloro che saranno individuati e puniti come responsabili. Inoltre, ho già dato mandato al direttore generale del Comune e all’avvocatura di costituire il Comune come parte civile nell’eventuale processo, che si dovrà aprire.

Non posso in questa circostanza che esprimere dispiacere e sorpresa per il tentativo da condannare di usare un fatto così doloroso per tutta la comunità come occasione di scontro politico e attacco all’amministrazione cittadina da parte di alcune forze politiche, nelle ore in cui un nostro concittadino combatte tra la vita e la morte. Questo è il momento del dolore e dell’abbraccio unito, rispettoso e affettuoso di tutta la comunità fiorentina e di chi la rappresenta alla famiglia e agli amici di Duccio.

Non voglio certamente esimermi dall’affrontare anche da subito alcuni interrogativi posti a seguito di questo tragico avvenimento, anche alla luce delle domande che sono pervenute questa mattina al Consiglio comunale, anche perché sono costretto, mio malgrado, anche in questa circostanza dolorosa, a respingere con fermezza attacchi e critiche fuori luogo e del tutto infondati. Quanto accaduto ieri conferma la giustezza della nostra azione di governo della città, che da anni mette al centro il contrasto all’illegalità, alle occupazioni abusive, a forme di accoglienza non sostenibili. Ne sono un esempio concreto lo smantellamento del villaggio dell’Olmatello, i 40 sgomberi di immobili effettuati in collaborazione con le forze dell’ordine dal giugno 2014 ad oggi, come via Slataper, via dell’Olmatello, Villa la Querce, via Spaventa, solo per citare alcuni degli esempi più significativi. Quanto all’insediamento del Poderaccio, deve essere chiaro che anche in questo caso la nostra posizione è sempre stata quella della chiusura del campo, senza mai alcun cambiamento di idea né di intensità nel portarla in fondo. Tanto che questo obiettivo non solo è inserito nel nostro programma di governo, ma è stato per metà già conseguito. In questi anni, infatti, abbiamo dimezzato le presenze (da 450 a 243 persone), con lo sgombero di 34 persone e la demolizione già effettuata di 30 case. Ho fatto personalmente due sopralluoghi al campo per accertarmi delle attività di demolizione: il primo il 26 maggio 2015, il secondo 22 novembre 2016. Credo che prima di me nessun sindaco abbia mai messo piede in quell’insediamento. Altri sopralluoghi sono stati effettuati dai miei colleghi assessori. In questi anni abbiamo speso 391.000 euro di demolizioni e dismissioni, con le nostre sole forze. Sono stati anni nei quali non sono contestualmente mancati i controlli e le denunce che hanno interessato persone di etnia rom. Per quanto riguarda anche la presenza di rifiuti abbandonati e di gestione abusiva dei rifiuti sono state effettuate, nell’ultimo anno e mezzo, tre denunce penali tra cui una nel villaggio di via della Chimera e una in via del Poderaccio. Molti controlli sono stati effettuati con la collaborazione delle forze dell’ordine.

Anche sui criteri di assegnazione degli alloggi popolari, da tempi non sospetti mi sono espresso con chiarezza e preoccupazione in merito al rischio di creare nelle periferie delle città italiane dei veri e propri ghetti, che non consentono una reale e sostenibile integrazione, ma determinano paradossalmente un effetto contrario di tensione sociale e forte percezione di insicurezza. È quanto ho affermato sia il 4 marzo 2017, che più di recente, il mese scorso, con riferimento alla necessità di apportare alcune modifiche alla legge regionale in discussione in queste settimane con l’obiettivo di non penalizzare famiglie residenti da più anni in città e in condizioni economiche fragili, ma non sufficientemente gravi da determinare un punteggio alto in graduatoria. Queste proposte nascono dalla esclusiva preoccupazione di garantire una migliore convivenza e una migliore integrazione, fuori da qualunque intento ideologico o discriminatorio. Firenze è tra le città che più si è concretamente battuta per la legalità e per il superamento degli insediamenti abusivi e dei villaggi rom, considerati da noi un modello di integrazione inefficace e da superare definitivamente. Parole che non ho mai smesso di usare da quattro anni a questa parte, da quando sono sindaco di questa città. Siamo i primi a dire che non basta fermarsi qui. Lo dicevamo prima e lo diciamo oggi. Siamo i primi a ritenere che nonostante abbiamo utilizzato tutte le forze da soli a nostra disposizione siamo pronti a collaborare con chiunque voglia aiutarci a portare in fondo e presto questi obiettivi. Non ci nascondiamo e non siamo avvezzi a giocare allo scarica barile soprattutto in questa situazione, oggi in questa circostanza.

Avremo modo di discutere approfonditamente di questi aspetti, come del resto è stato già fatto in molte altre occasioni in Consiglio comunale. Oggi l’attenzione è rivolta alle vittime di questo atto criminoso, perché non so trovare altri aggettivi per definirlo, e ai responsabili. Voglio fare nuovamente appello per questo al Ministro della Giustizia, l’onorevole Bonafede, perché, da un lato, si dia seguito il prima possibile alle nostre ripetute denunce sui comportamenti illeciti che sono stati rilevati al Poderaccio come in altre zone; dall’altro si garantisca la massima attenzione a quanto accaduto ieri nella nostra città. I responsabili devono pagare per quanto hanno fatto, sulla base del sacrosanto principio della certezza della pena e della certezza dell’esecuzione della pena.

Per tutte queste ragioni rivolgo un appello accorato a tutti voi colleghi presenti qui in Aula e alla cittadinanza a mantenere la calma, a sostenere l’attività delle forze dell’ordine e della magistratura e a partecipare uniti al dolore della famiglia. Richiamo con fermezza tutte le forze politiche, presenti in quest’Aula e in città, a non avallare, neanche implicitamente, iniziative che incitano alla violenza e all’odio razziale.

Come sindaco, primo cittadino e anche padre di 3 figli, sento tutto il peso di una vicenda che ci colpisce profondamente e sento il dovere fortissimo di stare accanto più che mai ai miei cittadini, di combattere accanto alla mia comunità per avere tranquillità e libertà di vivere la nostra bella città. Sono disposto a tutto per questo. Ma so allo stesso tempo che la vendetta e la violenza non appartengono al nostro vocabolario, la vendetta e la violenza non ci restituirebbero il nostro Duccio qualora, Dio non voglia, non ce la facesse.

Noi continuiamo ad andare avanti su ciò che abbiamo sempre detto: Firenze mette al centro la legalità e la giustizia, anche quando si parla di accoglienza perché una comunità che si basa sulla legalità è anche una comunità più libera e più aperta. Lo ripeto: chi commette un reato ne è personalmente responsabile e deve pagare per questo. La nostra città non è razzista e non cerca vendetta, ma legalità e giustizia sì. Firenze non vuole la gogna, ma la certezza della pena per davvero.

Andremo avanti quindi senza alcun indugio e senza cambiare le nostre posizioni sulla necessità di smantellare i campi e se il Ministro dell’Interno vorrà aiutare per davvero la nostra città, come altre città, ha l’occasione ora, da subito, di mettere a disposizione più uomini, più mezzi e più risorse per il presidio del territorio e per garantire la sicurezza e la vivibilità nei nostri quartieri. Sono richieste che faccio da tempi non sospetti, senza timore di irritare qualunque governo perché da sindaco ho solo un compito: rappresentare e difendere i miei cittadini da tutto ciò che possa levare loro libertà vivibilità e tranquillità. Se il governo dimostrerà di voler concretamente aiutare la città ci troverà pronti e disponibili a collaborare in tutte le forme possibili e consentite.

Duccio su Facebook ha una bellissima foto, con scritto “Viva la vida”. Credo non vi sia frase più bella per unirsi ora, tutti insieme, a tutti coloro che lo conoscono e gli vogliono bene. Grazie”.

Fonte: Comune di FIrenze - Ufficio Stampa

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