La variante urbanistica dedicata alle aree produttive del territorio di Empoli non va giù ai consiglieri FabricaComune per la Sinistra. Una conferenza stampa in palazzo comunale è stata indetta dalle consigliere Dusca Bartoli e Samuela Marconcini per fare il punto della situazione a breve distanza dalla chiusura dei termini per la presentazione di osservazioni.
Questi i punti critici, esposti in ordine.
Via Piovola - L'area produttiva intorno via Piovola sarà più che triplicata, 17 ettari in totale "in un territorio di fragilità idraulica, senza un sistema fognario esistente (l'ipotesi di un collegamento tramite collettore con l'impianto di Pagnana è fuori discussione visto che già lo stesso impianto è saturo), con il cambiamento verso una zona multifunzione, compresa quella commerciale", spiegano le consigliere.
Quel che al momento è solo una bozza di richiesta a funzione di clienti e dipendenti, potrebbe prevedere lo sviluppo di una cittadella tecnologica ad uso delle aziende già insediate, con tanto di campus, auditorium, strutture ricettive (pare una foresteria per chi viene da fuori piuttosto che un albergo vero e proprio), esclusa solo la possibilità di creare un'area residenziale.
"Se tra 10 anni cambiano le prospettive di crescita cosa ce ne facciamo? Potrebbero invece riqualificare la ex Mostardini di Villanova", afferma Bartoli. Tutto ciò ampliando le aziende che al momento sono in piena campagna, in "un'area agricola di pregio locale da salvaguardare". L'aumento consumo di suolo di 27 ettari, secondo i calcoli dell'opposizione, inciderebbe di un punto percentuale sul totale del territorio empolese.
Già in via Piovola è in costruzione la circonvallazione che porterà al collegamento con l'uscita Fi-Pi-Li di Empoli Est, bypassando Sammontana e Villanova. L’opera è finanziata da Regione, Comune di Empoli e da Sesa-Cabel.
Terrafino - Il polo industriale già esistente alla periferia ovest di Empoli ha purtroppo molti capannoni sfitti o terreni in vendita senza le basi per nessuna costruzione.
"Oltre 120 mila metri quadrati dell’ex polo tecnologico di Terrafino, che il regolamento urbanistico vigente destinava a verde e che ora diventano edificabili come nuovo polo della logistica", spiegano, "senza nessuno studio sulle previsioni di crescita dell'economia locale né dei bisogni attuali, puntando su nuovo sfruttamento di suolo".
L'idea delle opposizioni per quest'area sfrutta l'acronimo APEA, Aree Produttive Ecologicamente Attrezzate (un esempio è quella di Ponte a Egola a San Miniato). "Si deve avere come faro temi come il consorziarsi per salvaguardare le risorse in comune, la mobilità dolce, il trasporto pubblico, la possibilità di utilizzare la ferrovia che passa proprio da Terrafino per scali commerciali. Già le associazioni di categoria e i sindacati hanno input ben più lungimiranti di questa variante", specifica Bartoli.
Altri impianti - Sorgono dubbi anche su altri interventi come un nuovo capannone nell'area agricola di Carraia, "a pochi passi da due elettrodotti e in un'area con vincolo idrogeologico", oppure il consolidamento della presenza produttiva in aperta campagna come a Molin Nuovo. "Gli interventi sono cospicui a fronte di impianti semplici che potrebbero essere spostati con una certa facilità e soprattutto si sta agendo in parti del territorio con precise problematiche ambientali e logistiche ", spiegano.
Case Nuove - Essenziale anche un occhio al traffico, ad esempio nell'area della Farfalla: "La previsione di massiccia nuova edificazione, residenziale ma anche artigianale e commerciale completamente fuori scala rispetto alle dimensioni della frazione, manderebbe subito in tilt la ridotta viabilità locale".
Le procedure - Entrando nello specifico, FabricaComune vede ombre anche nell’iter della variante lascia qualche ombra. "È stata esonerata dalla valutazione ambientale strategica, ritenendola di lieve impatto sul territorio, e nel mese in cui erano state fatte 18 richieste di pareri non sono giunte quelle dell'Asl, dell'Arpat e del settore competente della Regione Toscana", affermano. La variante inoltre è stata sottoposta per ordine della Regione a una verifica di coerenza del Pit, il Piano di indirizzo territoriale. L'ok ottenuto però, sempre secondo i consiglieri, riguarda aspetti molto blandi.
"Del resto si dichiara che tutte le scelte derivano da richieste e proposte di proprietari, associazioni di categoria (Confindustria, Cna, Confesercenti), professionisti. Non ci sono state riunioni con i cittadini, nemmeno con i sindacati dato che si parla di provvedimenti che a dire dell'amministrazione potrebbero portare nuovi posti di lavoro".
Infine, l'opposizione critica la mancanza di una visione d'insieme con i comuni confinanti nelle aree interessate, ossia Montelupo Fiorentino per l'area di via Piovola.
Il convegno - A breve sarà organizzato un incontro a cui FabricaComune ha invitato tutte le parti in causa per esaminare proprio la variante urbanistica in oggetto. Saranno invitati l'ex assessore regionale Anna Marson, tra le fondatrice del piano paesaggistico della Toscana, e i vertici di Legambiente Toscana.
Elia Billero
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