Lo stop delle sanzioni alla Russia vale 3 miliardi di euro di esportazioni Made in Italy all’anno che sono andate perse dopo l’embargo deciso da Putin come ritorsione alle misure attivate dall’Occidente. È quanto emerge da una analisi della Coldiretti che esprime apprezzamento per le dichiarazioni del presidente del Consiglio Giuseppe Conte sul fatto che l’Italia si farà promotrice “di una revisione del sistema delle sanzioni” nel discorso di fiducia al Senato.
E’ per questo che in casa Coldiretti si sottolinea come, dopo quasi 4 anni, i cambiamenti del quadro internazionale impongono un tempestivo ripensamento delle sanzioni economiche decise nei confronti della Russia dall'Unione Europea.
Le sanzioni europee a suo tempo hanno scatenato la rappresaglia della Russia che ha risposto con l’embargo totale per una importante lista di prodotti agroalimentari con il divieto all’ingresso di frutta e verdura, formaggi, carne e salumi ma anche pesce, provenienti da UE, Usa, Canada, Norvegia ed Australia con un decreto dell’agosto 2014, più volte rinnovato. Il risultato è stato che per questi prodotti agroalimentari le spedizioni italiane in Russia sono state completamente azzerate.
L’embargo ha prodotto un crollo delle esportazioni del nostro Made in Tuscany del 35% passando da 23milioni a 15milioni. Un blocco che è costato caro anche perché al divieto di accesso a questi prodotti – precisa la Coldiretti – si sono aggiunte le tensioni commerciali che hanno ostacolato di fatto le esportazioni anche per i prodotti non colpiti direttamente. Alle perdite dirette subite dalle mancate esportazioni italiane in Russia – continua la Coldiretti - si sommano poi quelle indirette dovute al danno di immagine e di mercato provocato dalla diffusione sul mercato russo di prodotti di imitazione che non hanno nulla a che fare con il Made in Italy.
“Come spesso accade, la guerra e le sue conseguenze seminano distruzione, odio e morte ed uccidono il commercio buono e fanno proliferare quello cattivo: il rischio è che per l’export agroalimentare Made in Italy nel Paese di Putin si possa giungere ad un punto di non ritorno con la perdita definitiva degli spazi commerciali dopo anni di intensa crescita. - analizza Antonio De Concilio, Direttore Coldiretti Toscana - Una volta perso lo spazio sugli scaffali sarà difficile recuperarlo, anche se le tensioni politiche saranno suparate e l’embargo spero presto eliminato, perché i rapporti commerciali si consolidano e i consumatori russi potrebbero fare scelte patriottiche eliminando il Made in Italy dalle loro tavole. Una dinamica che il nostro Paese, i cittadini e le imprese non possono sopportare ed accettare”
Fonte: Coldiretti Toscana - Ufficio Stampa
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