Il critico d'arte Luca Nannipieri in difesa del Giardino Atelier d'arte creato prima della morte dal pittore e scultore Francesco Sposito a San Giuliano Terme, minacciato ora da un esproprio di una parte di esso che è in programma in questi giorni, come scrivono i giornali: "Sposito non fu un artista rivoluzionario, molto probabilmente non entrerà nella storia dell'arte, ma non importa: il suo giardino d'arte è uno spiraglio di piccola, genuina bellezza in un contesto, qual è la zona nuova tra Ghezzano e San Giuliano Terme, che ha ben poco di bello e di memorabile. Dunque perché privare la collettività di un grazioso spazio di libera creatività umana in un comune che, ad eccezione degli edifici termali, non ha altro di esteticamente attraente e suggestivo? Un artista, che ha lavorato assai nella sua città, può dissolversi a breve tempo nella memoria collettiva, senza che le istituzioni non si facciano carico di tessere un dialogo di fiducia, di scoperta della sua opera, con i cittadini? Le istituzioni possono ignorare l'eredità di un cittadino-artista che ha fecondato di opere, belle o brutte che siano, la vita del comune attraverso questo giardino? Le istituzioni possono dire: non ce ne occupiamo? Io credo che lo spirito creativo artigianale e artistico sia così infrequente al giorno d'oggi che non possiamo accettare che le istituzioni si sentano assolte dal dovere di preservare integralmente questo spazio pubblico, condiviso, che Sposito ha lasciato ai posteri. Facciamo un'ipotesi: se tutte le opere di questo scultore e pittore scomparissero da San Giuliano Terme, non sentiremmo la città stessa irrimediabilmente più povera? E al contrario se le istituzioni rivendicassero con orgoglio che il luogo di vita dell'artista debba diventare un centro propulsivo e sperimentale di arte contemporanea in dialogo con altri luoghi analoghi del territorio, non sentiremmo più sovrana di se stessa la cittadina? Esiste un legame osmotico, linfatico, tra un artista e le strade, le vie, le stanze, i giardini dove ha vissuto. Non farlo spegnere è uno dei compiti delle istituzioni. Ne parlerò anche con l'amico Vittorio Sgarbi. Confido che il sindaco, con cui ho avuto modo di interloquire per altre vicende e che so persona di buon senso, ripensi la posizione del Comune e sia attento a valorizzare integralmente questo piccolo spazio di creatività umana".
Fonte: Ufficio Stampa
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