Lunedì il consiglio comunale di Empoli discuterà l'introduzione delle cosiddette norme anti-degrado, due articoli contenuti nel decreto Minniti che danno la possibilità di espellere dal territorio comunale e sanzionare parcheggiatori e venditori abusivi e combattere il bivacco e l'accattonaggio e tutti quei comportamenti contrari alla pubblica decenza.
Il Daspo urbano è l'ennesima virata a destra che anche l'amministrazione empolese effettua, non a caso ad un anno dalle elezioni amministrative della prossima primavera. È l'inizio di una campagna elettorale che il Pd locale decide di giocare sul terreno di scontro della sicurezza e del legalitarismo. Le sirene della Lega suonano e i democratici rispondono.
Si tratta di un'ammissione di colpa non richiesta, la sottolineatura dell'esistenza di un problema-sicurezza che però poco ha a che fare con la presenza di parcheggiatori abusivi, lavavetri e venditori. Se la sicurezza scarseggia, e non ci sembra certo Empoli viva una problematica così evidente, è perché si è via via abbandonato intere zone della città alla speculazione e allo spopolamento. Si sono lasciate sole di fronte all'insicurezza sociale e al senso di smarrimento.
Il centro storico ormai da anni vive una situazione di degrado che è figlia dell'incapacità di riportare a prezzi degli affitti e del mattone in linea con i bisogni delle famiglie, italiane o straniere che siano. Derogare tutto al mercato porta a questo, ad un incancrenirsi degli interessi di pochi proprietari ai quali non interessa il bene comune ma solo che una determinata zona non perda il proprio valore immobiliare.
Si dirà che su questo fronte le risorse sono state messe, che ci sono bandi per sostenere gli affitti, che si è cercato di agevolare l'apertura di attività. Se si arriva a espellere delle persone dal territorio comunale perché per sopravvivere sono costrette a mendicare, a vendere merce abusiva o a fare il parcheggiatore probabilmente quanto fatto non è abbastanza. Servirebbe qualcosa di più e di meglio. Ma nascondere la polvere sotto il tappeto è più semplice, costa meno e soprattutto porta consensi.
Ci opponiamo con forza a questo tipo di ragionamento perché oltre a rappresentare una ferita per i diritti degli ultimi, è anche dannoso: in questo modo i problemi rimangono tutti sul tavolo e anzi peggiorano perché le vere ragioni che provocano intolleranza non vengono minimamente scalfite, ma anzi risultano rafforzate. La vera violenza, per Empoli, è che di anno in anno si sta acuendo il divario tra ricchi e poveri. Che, come dimostrano i dati sui redditi, in poche centinaia detengano più ricchezza del 30% della popolazione. Non chiederemmo all'amministrazione comunale di risolvere questo gap, ma almeno di porsi il problema, di non farsi trascinare sul terreno della propaganda cieca piazzando specchietti per le allodole ad ogni angolo.
Fonte: Potere al Popolo Empoli
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