Speriamo che il 'Daspo per abusivi e mendicanti' che lunedì presenterà il sindaco sia attuato al più presto perché siamo stanchi di vedere centinaia di abusivi stranieri e brutti sporchi e cattivi, mendicanti che si aggirano per la nostra amata città. Antonio de Curtis, in arte Totò a questo punto gesticolando come solo lui sapeva fare avrebbe detto: "Ma mi faccia il piacere!"
Ma è mai possibile che chi amministra questa piccola città non sappia fare altro che rincorrere le paure che la destra razzista e populista da anni alimenta con le sue campagne sulla sicurezza? Questa amministrazione conosce solo quel linguaggio? Basterebbe leggere qualche libro di sociologia (ad esempio "Punire i poveri" di Loic Wacquant), per dare risposte più sociali a problematiche come la sicurezza urbana, basterebbe costruire politiche inclusive e non facili scorciatoie sicuriste che trasformano il sindaco in un novello sceriffo e una piccola città in una metropoli degradata sullo stile di Ghotam.
Purtroppo è vero che a Empoli a causa della crisi, stiamo assistendo ad un aumento della povertà, sono aumentati gli sfratti per morosità, licenziamenti che hanno colpito tante famiglie, il potere di acquisto crollato, in questo triste scenario ci sono anche le guerre a cui molto spesso i governi europei partecipano e che stanno stravolgendo intere nazioni, producendo morte e violenza e una giusta migrazione verso luoghi più sicuri, e in questo panorama difficile abbiamo assistito a quello che qualcuno insiste a chiamare "ripresa" ovvero politiche di sgravi fiscali agli imprenditori e abbassamento del costo del lavoro (tra i più bassi d'Europa) aprendo la strada a quello che gli economisti chiamano "il lavoro povero" ovvero posti di lavoro pagati una miseria, i cosiddetti lavoretti dove trionfa il cottimo (riders) per non parlare dei tanti part-time a tempo determinato che con il jobs act sono diventati strutturali.
Con tutte queste problematiche la decisione di passare la gestione dei servizi sociali, delegandoli all'Unione dei Comuni che, come ripetiamo da tempo, è un inutile e dannoso carrozzone, è stato un errore, assistiamo infatti a uffici con un unico dipendente che non riesce a seguire tutte le pratiche, aumentate ovviamente in tempo di crisi, a file infinite di cittadini che hanno bisogno di sostegno e non lo ricevono. Crediamo che la gestione dei servizi sociali debba tornare ai singoli comuni, che sono gli unici in grado di conoscere la situazione sul loro territorio.
Crediamo che proprio di questi tempi chi amministra la "cosa" pubblica dovrebbe essere più coraggioso accettando la sfida di restare umani come diceva Vittorio Arrigoni.
No alle zone rosse, no al daspo urbano.
Fonte: CSA Intifada
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