“Con Leopoldo Paciscopi, scrittore, giornalista e storico del cinema muto italiano se ne va una figura importante, un professionista impegnato e attento, sempre pronto a leggere e raccontare il mondo, attraverso ora la critica cinematografica, ora le cronache dei nostri giorni, che lo hanno visto per anni protagonista instancabile”. Con queste parole il presidente del Consiglio regionale della Toscana, Eugenio Giani, esprime alla famiglia affetto e vicinanza personale e di tutta l’assemblea legislativa.
Nato a Cavriglia nel 1922, fin da piccolo viene introdotto dal padre Dario, attore del cinema muto, nel mondo letterario e artistico che fa capo al caffè delle Giubbe Rosse a Firenze. Ed è in quel contesto che stringe rapporti di amicizia con Ardengo Soffici, Ottone Rosai, Eugenio Montale, Romano Bilenchi, Alfonso Gatto. “In quegli stessi anni partecipa con responsabilità alle vicende che portano al ritorno della democrazia nel nostro paese – continua il presidente – registrando i fatti in prima persona”.
Dal 1946 al 1952 è caporedattore responsabile del settimanale “Toscana Nuova” di Firenze, dal 1952 al 1956 redattore e critico cinematografico del “Nuovo Corriere” di Firenze, dal 1956 al 1977 inviato speciale del quotidiano “La Nazione” e de “Il Resto del Carlino” di Bologna.
Nel corso della sua carriera Paciscopi collabora alla rivista della Fondazione Giovanni Spadolini, “Nuova Antologia” di Firenze; fa parte dei comitati scientifici della Fondazione Primo Conti a Fiesole e della Fondazione Ardengo Soffici a Poggio a Caiano. “Di Leopoldo ci mancherà la sua cultura, ma soprattutto la sua umanità, il suo sguardo acuto, la sua apertura di cuore sul mondo, che lo ha visto anche attivo pittore, tra i fondatori del gruppo d’avanguardia Arte d'Oggi nel 1946 a Firenze”, conclude Eugenio Giani.
Dal Comune di Fiesole: "Un grande fiesolano"
Nella serata di ieri, 14 maggio 2018, ci ha lasciati un grande fiesolano: Leopoldo Paciscopi. Giornalista, pittore, scrittore, lascia nei fiesolani un bel ricordo di sé e della sua vita artistica. Originario di Cavriglia, dove era nato il 2 ottobre 1925, scelse di vivere a Fiesole insieme alla sua amata Gigliola, scomparsa 4 mesi fa. Si ricorda, tra le sue ultime iniziative pubbliche di rilievo, la mostra fatta a Fiesole nell’ottobre del 2015, in occasione del suo 90’ compleanno, curata da Giovanni Faccenda, dove furono ripercorse le varie stagioni della sua feconda attività pittorica e che è stata un grande successo personale e di pubblico. “ Ha scelto di morire per raggiungere la sua Gigliola - dice il Sindaco Anna Ravoni, che di Paciscopi è stata anche grande amica - e lo ha fatto con la lucidità che lo ha accompagnato fino all’ultimo giorno”.
Il lutto di Ast
Il presidente Sandro Bennucci, i componenti del consiglio direttivo e di tutti gli organismi dirigenti dell'Associazione Stampa Toscana, partecipano commossi al lutto della famiglia per la scomparsa del collega Leopoldo Paciscopi. Aveva 93 anni. Era stato inviato speciale de La Nazione e de Il Resto del Carlino. Ma molto proficua era stata la sua attività nel mondo letterario e artistico, dove l'aveva introdotto il padre, Dario, attore del cinema muto. Un mondo che lui aveva frequentato cominciando dal caffè delle Giubbe Rosse, nel quale era diventato amico di
personaggi del calibro di Ardengo Soffici, Ottone Rosai, Eugenio Montale, Romano Bilenchi, Alfonso Gatto. Sia pure giovanissimo, partecipò, in ruoli di responsabilità, al ritorno della democrazia in Italia.
Dal 1995, Paciscopi era collaboratore della rivista della Fondazione Giovanni Spadolini, Nuova Antologia, e del comitato scientifico della Fondazione Primo Conti, a Fiesole. Dal 2009 era stato chiamato a far parte del comitato scientifico della Fondazione Soffici, a Poggio a Caiano. Di Leopoldo, che chiamavamo affettuosamente Poldino, ci mancheranno lo spirito e la battuta pronta, per nulla attenuata dall'avanzare dell'età.
Fonte: Consiglio regionale della Toscana - Ufficio Stampa
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