Alzheimer peggio di Aids e Tbc, ma non se ne parla. Polemica al 9° Congresso sui Centri Diurni

Il professor Giulio Masotti, geriatra di fama, lo ripete sgomento da anni: “La tubercolosi, che colpiva giovani e adulti, fu oggetto per decenni di martellanti campagne internazionali. Per l’Aids sono stati stanziati fondi colossali. Invece di Alzheimer e demenze, flagello ben peggiore di Aids e Tbc che solo in Italia coinvolge milioni di malati e famiglie, trattandosi di anziani, politica e società civile ne parlano appena. Ecco: due mesi per trattare di flat tax, reddito di cittadinanza e poltrone, ma sulla demenza non una virgola”.

Presidente onorario della Società di Geriatria e Gerontologia, Masotti ha insistito sul punto anche oggi presentando a Pistoia  il programma del 9° Congresso nazionale sui Centri Diurni Alzheimer che, per la prima volta, si tiene a Montecatini Terme (Teatro Verdi, 18-19 maggio), co-organizzatori i colleghi Carlo Adriano Biagini, Alberto Cester, Andrea Ungar ed Enrico Mossello in veste di coordinatore scientifico.

“Purtroppo”, dice Masotti, “combattiamo contro i mulini a vento. I politici sono del tutto sordi. Né bastano le prestazioni del Servizio Sanitario. Le singole realtà non ce la fanno. Malati e caregiver sono lasciati soli mentre si dovrebbe aiutarli in ogni modo. Manca una gigantesca campagna per la diagnosi precoce, per la prevenzione e la ricerca, coinvolgendo associazionismo, non profit, fondazioni, media, creativi, professioni sanitarie, scuole. E alla guida di questo esercito uno Stato convinto e aggressivo.

Curato dall’Unità di Medicina dell’Invecchiamento dell’Università di Firenze con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia presieduta dal commercialista Luca Iozzelli, il congresso sui Centri Diurni Alzheimer rappresenta in Italia la frontiera più avanzata del pianeta demenze, il luogo dove ricercatori, clinici, psicoterapeuti e specialisti vari si danno conto di ogni novità.

Anche stavolta non mancano notizie di progressi della ricerca di sicuro interesse. Ma in assenza tuttora di farmaci davvero vincenti, l’accento del congresso cade necessariamente sulla prevenzione da un lato e, dall’altro, sulla figura strategica del caregiver, oggi legalmente ed economicamente misconosciuta.

Da ricordare, per inciso, che in Italia l’Alzheimer è ormai la terza causa di morte. Non solo: condanna a lunghi anni di sofferenza e a spese che troppi non possono permettersi. Stiamo parlando di 2,5 milioni di malati, di cui 85 mila in Toscana, 20 mila a Firenze, 7 mila a Pistoia. Con familiari e caregiver gli abitanti del pianeta demenza superano i 5 milioni. Previsioni? Pessime: di questo passo, con la popolazione che invecchia, si arriverà in pochi decenni a dati insostenibili.

Del decadimento cognitivo, comunque causato, se ne sa però già abbastanza per dire che lo si può in parte prevenire con uno stile di vita avveduto: sana alimentazione, attività intellettuale e fisica, relazioni sociali. Niente di complicato. Ma, come si diceva, manca chi aiuti gli anziani a uscire dall’isolamento.

A proposito di prevenzione il congresso propone varie relazioni. Tra le principali quelle del neurologo Ubaldo Bonuccelli che a Pisa ha appena avviato la seconda fase del progetto Train the Brain (allena il cervello) ideato per trattare i pazienti appunto con lo stile di vita; dello psicogeriatra Marco Trabucchi, presidente dell’Associazione scientifica della categoria, sulla solitudine nella demenza e i possibili rimedi; e dell’educatore Luca Carli Ballola che con il metodo TimeSlips aiuta i malati a risocializzarsi e ad esercitare la memoria tra visite ai musei e sedute di gruppo. Poi parola all’ex parlamentare M5S Laura Bignami che ha lavorato alla legge sul riconoscimento legale dei caregiver.

Sul fronte della ricerca, invece, l’odontoiatra Caterina Perra (Asl Toscana Centro) riferisce sulle novità internazionali circa il sorprendente rapporto tra masticazione e funzione cognitiva, oltre a quanto in tema già si fa nella regione. Due gli interventi dal prestigioso istituto IRCCS S. Lucia di Roma: 1) il biochimico Sergio Oddi con l’elogio della Marjiuana e i risultati dei promettenti test in corso sugli endocannabinoidi, la cannabis che il corpo produce naturalmente; 2) il neuropsichiata Carlo Caltagirone sulle conseguenze dell’uscita dalla ricerca di Merck e Pfizer, due star di Big Pharma.

Dunque un programma di alto profilo scientifico assai bene articolato, merito anche della Fondazione CRPP che per il problema Alzheimer ha mostrato da tempo inconsueta sensibilità e lungimiranza. “Aver sostenuto il congresso fin dalla prima edizione “ha detto ai giornalisti il presidente Iozzelli, “è per noi motivo di autentico orgoglio, così come siamo orgogliosi dei tanti investimenti nel sociale con iniziative di sostegno e di intervento diretto destinate appunto alle vittime dell’Alzheimer”.

Fonte: Ufficio Stampa

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