Da Febbraio chiediamo spiegazioni sui progetti dell’amministrazione, ma non riusciamo ad ottenere risposte compiute. In particolare per la terza scuola media, la cui localizzazione ha visto le più svariate ipotesi fino a giungere all’annuncio della divisione a metà della media Busoni. Una soluzione che appare improvvisata, poco logica e preoccupante e che sta allarmando insegnanti e genitori.
A FabbricaComune Empoli sono molto arrabbiati. “Abbiamo presentato una interrogazione sui costituendi istituti scolastici comprensivi all’inizio di febbraio – dicono- ci hanno risposto parzialmente (per motivi di tempo) dopo un mese, promettendo di spostare in commissione la discussione, ma nonostante i nostri solleciti, della commissione per ora neanche l’ombra”. “Eravamo e siamo preoccupati del rischio di creare una scuola di serie A (il primo istituto comprensivo che partirà, costituito dalla media Vanghetti e dal terzo circolo didattico) e le altre, che saranno scuole di serie B o addirittura C; se è vero che non si sa ancora con certezza dove sarà allocata la terza scuola media, che caratteristiche avrà, come saranno suddivisi i bambini ed i ragazzi tra i nuovi istituti, ecc. Dopo varie ipotesi, girate in maniera più o meno attendibile, sulla collocazione della terza scuola media, nella risposta che la sindaca ci ha dato il 9 marzo è stato annunciato che si ‘dividerà in due’ la scuola media Busoni e si creeranno al suo interno i due istituti comprensivi rimanenti. Ci pare una scelta che ha dell’estemporaneo e ci preoccupa.
Intanto non si capisce perché, se si deve dividere una scuola in due, lo si faccia con la più piccola e non con la più grande. La Vanghetti ha una consistenza quasi doppia rispetto alla Busoni (un volume di 22.400 mc contro 11.000, con un area scolastica di 17.550 mq contro di 10.500), ma si divide la Busoni. Poi c’è la questione delle dimensioni degli istituti che si andrebbero a costituire. La popolazione scolastica interessata supera i 4500 ragazzi, suddivisi in tre danno istituti da oltre 1500 alunni ciascuno, con, in più, diversi plessi scolastici e diversi gradi di istruzione da gestire. Siamo davvero sicuri che sia un modello organizzativo che può funzionare? Senza contare la perdita di posti di lavoro che il passaggio dall’organizzazione attuale a quella proposta comporterebbe (ben 11 sembra). E poi rimane il nodo di lavorare per creare istituti che abbiano una composizione sociale, uno standard ambientale, una qualità insomma, tendenzialmente uguali, presidiando con la massima attenzione il rischio di creare istituti di élite e scuole dove si concentrano il disagio e le difficoltà. Per far questo la prima regola deve essere di operare la suddivisione per territorio degli istituti che si vogliono creare, nello stesso momento ed ex-novo rispetto ai circoli didattici esistenti, altrimenti chi rimane fuori dal primo istituto avrà delle possibilità di scelta necessariamente residuali. Si dovrebbe invece garantire di poter riequilibrare le provenienze degli alunni dal centro, dalla prima periferia e dalle frazioni, in modo da non concentrare le situazioni sociali a maggior rischio, ma distribuirle (cercando di diluirle) il più possibile equamente tra tutti gli istituti.
Il tempo stringe perché entro settembre deve essere deliberata la proposta di organizzazione scolastica per il prossimo anno e noi vorremmo che il consiglio comunale potesse partecipare alla discussione con tutti gli elementi a disposizione, in modo da dare anche il suo contributo alla ricerca della soluzione migliore possibile per i nostri ragazzi e per la qualità del nostro sistema scolastico. Ed abbiamo anche delle idee in merito.
Per questo ribadiamo la richiesta di portare l’argomento in commissione al più presto invitando anche rappresentanti di insegnanti e genitori. Del resto, nel frattempo, la sindaca sta girando tutte le scuole per raccontare la sua verità. Ed il Consiglio Comunale non può discuterne (forse perché in consiglio è meno facile far soliloqui). È un comportamento non nuovo per questa amministrazione che non ricerca certo volentieri il confronto. In questo caso, evidentemente, si aggiunge anche l’oggettiva difficolta nel difendere scelte che appaiono davvero frettolose e molto discutibili e che stanno preoccupando genitori ed insegnanti.”
Fonte: FabbricaComune per la Sinistra
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