Toscana prima a inserire nel suo Statuto la tutela dei beni comuni

Via libera in commissione Affari istituzionali alla proposta di legge in materia di tutela e valorizzazione dei beni comuni. L’atto, un testo unificato che deriva dalla sintesi di due proposte di legge a firma del gruppo del Partito democratico e di Sì-Toscana a sinistra, ha ricevuto il voto favorevole del Partito democratico e del Movimento 5 Stelle e l’astensione di Lega Nord e Forza Italia. Per il presidente della prima commissione, la Toscana all’avanguardia sul piano nazionale: è la prima Regione che arriva compiutamente a prevedere nel proprio Statuto una disciplina dedicata al tema dei beni comuni.

Questa proposta di legge porrà tra gli obiettivi fondamentali della Regione Toscana anche “la tutela e la valorizzazione dei beni comuni intesi quali beni materiali e immateriali e digitali che possono essere riconosciuti di interesse diffuso”. L’impianto di fondo della proposta di legge statutaria, come ha spiegato il presidente, è quello della proposta che vede prima firmataria la consigliera Elisabetta Meucci. La modifica apportata tiene però conto di alcuni contenuti espressi nella proposta di legge a firma Fattori-Sarti quando si specifica che i beni comuni esprimono utilità funzionali “alla coesione sociale” e “la promozione di forme diffuse di partecipazione nella gestione condivisa e nella fruizione dei medesimi”.

Il presidente ha precisato che la modifica tiene conto anche di alcune osservazioni finalizzate a garantire il più possibile la partecipazione dei cittadini anche alla cura e alla manutenzione di questi beni, temi che riflettono quelli della cittadinanza attiva che diventa priorità fondamentale anche per il nostro ordinamento regionale.

Soddisfazione è stata espressa dalla consigliera Meucci per la stesura del testo condiviso che ha colto gli obiettivi comuni, in particolare nell’inserire esplicitazioni sul fatto che il perseguimento della valorizzazione dei beni comuni coincide anche con il risultato del raggiungimento della massima coesione sociale. Secondo la consigliera regionale, l’aver inserito nello Statuto il riferimento al bene comune è importante dal momento in cui in Toscana, molti Comuni già nei loro Statuti si riferiscono a questa categoria di beni che superano la dicotomia beni pubblici-privati e sono espressione della cittadinanza attiva.

Perplessità è stata espressa dal consigliere dell’Ufficio di Presidenza Marco Casucci perché non è stata ben chiarita la distinzione tra beni comuni, bene pubblico e privato, la normativa non ci sembra stata sufficientemente inquadrata. Gabriele Bianchi si è detto favorevole a sostenere il testo, ma ha espresso qualche dubbio perché il recepimento non è ancora stato fatto a livello nazionale.

Fonte: Consiglio Regionale

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