Primo maggio, Serfogli: "Il lavoro al centro, va valorizzato"

(foto da Facebook)

"In un Paese in cui si continua a morire “di lavoro” non si dovrebbe parlare d’altro.

Il 1° maggio rappresenta un’occasione per tutti noi che ci occupiamo della cosa pubblica e che nutriamo una passione smisurata per il bene comune. Un’occasione di profonda riflessione che deve partire dalle comunità locali. Dalle città che siamo chiamati ad amministrare.

Non intendo sottrarmi a questa riflessione. A partire dalla lotta alla precarietà, che non riguarda solo un contratto di lavoro a tempo determinato. Riguarda uno stato d’animo che accompagna l’esistenza degli esseri umani, in particolare i giovani.

La maggioranza dei giovani del nostro tempo hanno un sentimento di negatività e sfiducia nei confronti del futuro. Non era mai accaduto nella storia degli ultimi decenni, dove le giovani generazioni immaginavano un futuro in cui grazie al lavoro fosse possibile contribuire alla felicità collettiva e, di riflesso, personale.

Vivere e occuparsi del bene pubblico all’interno di una comunità vuol dire fare i conti con il profondo disagio, a volte inconsapevole, di questi giovani che ogni giorno la vivono. A scuola, a casa, per strada, con gli amici, sui social.

Chi amministra una città, o si candida a farlo, deve metterli al centro, valorizzarli, costruire senso di appartenenza a una comunità, per quanto piccola. Un’amministrazione deve prenderli per mano, avere cura di loro. Esserci.

Ma la precarietà non appartiene solo ai giovani. Ci sono persone che, non più giovani, hanno perso il lavoro e devono fare i conti, giorno dopo giorno, con l’umiliazione di non poter mantenere con serenità la propria famiglia. Sono donne e uomini coraggiosi che ogni mattina si guardano allo specchio e trovano la forza di andare avanti. Stare dalla loro parte non è solo di sinistra: è semplicemente giusto. 

Un’amministrazione pubblica deve riscoprire il valore sociale dell’inclusione, del vivere associato, valorizzando gli spazi e le persone che lo rendono possibile.

Il senso del 1° maggio è proprio qui: nel senso di comunità che solo un’esistenza felice può garantire. E questa felicità passa dalla qualità del lavoro e della vita di chi lavora.

È chiara la sfida che noi amministratori abbiamo di fronte?

È per questo che chiedo a tutti i candidati di sottoscrivere l'impegno a un programma elettorale che abbia come priorità principale in assoluto il lavoro. Per me sarà una vera e propria ossessione quella del lavoro. Non mi darò pace per tutti e cinque gli anni del mandato. Cinque anni in cui mi impegnerò ogni giorno per creare lavoro per i pisani. 

Buona Festa del Lavoro a tutte e a tutti."

Andrea Serfogli, candidato sindaco a Pisa

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