Contaminazioni protagoniste nella cucina dello spazio Le Delizie di Leonardo a cura di Leonardo Romanelli in Fortezza Da Basso. Oggi tra i numerosi ospiti che si sono alternati ai fornelli è arrivato Rocco De Santis, chef del Ristorante Santa Elisabetta e dell'Osteria della Pagliuzza, entrambi all'interno dell'Hotel Brunelleschi di Firenze. Il salernitano ormai fiorentinizzato Rocco De Santis ha presentato la rivisitazione di un piatto presente nel menu del Santa Elisabetta. Il titolo porta in sé la radice fusion del piatto: '9753 chilometri - Distanza tra Firenze e Tokyo'. In questo capolavoro culinario si incontrano lo sgombro e il cavolo nero. Le tecniche con cui sono preparati richiamano e gli ingredienti utilizzati sono un combinato di Restremo Oriente e cucina nostrale.
Lo sgombro, sfilettato, viene cosparso di zucchero bilanciato (sale e zucchero in egual misura), arricchito dai profumi delle scorze di lime e limone essiccate, per fornire tenacità allo sgombro. Viene preparata una laccatura con mulin, soya e sakè rafforzata con la testa del pesce, privata degli occhi e tostata. Il cavolo nero è sbollentato e poi ripassato in padella con cipolla olio e peperoncino. Bagnato poi con brodo vegetale e ridotto in crema. Si passa poi a grigliare lo sgombro. Accompagnano i due elementi principali, una 'frittata dolce' preparata al forno con uova, liquore e zucchero e una stracciatella di burrata. A guarnire un'alga e due tipi i riso tostato: alla barbabietola e allo zenzero. L'impiattamento minimalista proposto dallo chef è un quadro dal gusto contemporaneo.
Un grande applauso del pubblico ha seguito la degustazione offerta alla fine della chiacchierata con lo chef Rocco De Santis e con Leonardo Romanelli. L'approccio pop è vincente e tra il pubblico, noi di gonews.it, abbiamo notato il ritorno di visitatori affezionati, che anno dopo anno non perdono un cooking show proposto in Fortezza Da Basso. L'armonia regna sovrana allo spazio Le Delizie di Leonardo. Al piano attico del padiglione Spadolini sono tutti co-protagonisti: gli ingredienti, i piatti, la simpatia e la disponibilità degli chef e di Leonardo Romanelli, e il pubblico stesso che partecipa attivamente al lavoro e alla passione degli artigiani del gusto.