A fine 2017 sono 19.086 le donne titolari, socie, amministratrici, revisori, ecc. di imprese della provincia di Pisa: il 28% del complesso delle persone che rivestono una carica in un’impresa della provincia, un dato che pone Pisa al medesimo livello dell’Italia (27,6%) ma leggermente al di sotto della media regionale (29,2%). Un numero importante ma che non mostra significativi scostamenti rispetto al passato recente e, soprattutto, facendo qualche passo indietro se si pensa che nel 2010, in termini percentuali, la quota era pari al 27% mentre le donne con carica erano 19.047.
Considerando i dati sulle imprese classificabili come femminili (quelle cioè dove la titolare è donna, o vi è una maggioranza di socie o capitali in mano a donne) il 2017 segna a Pisa una crescita dello 0,5%. Si tratta di un’evoluzione che, pur in rallentamento rispetto al 2016, mostra un andamento migliore rispetto alla dinamica imprenditoriale provinciale nel suo complesso che si ferma ad un +0,3%. In valori assoluti, nel 2017, si sono iscritte alla Camera di Commercio di Pisa 728 imprese femminili mentre 703 sono state le cancellazioni non d’ufficio, per un saldo positivo per appena 25 unità. In conseguenza di questi andamenti lo stock di aziende femminili registrate tocca le 9.742 unità vale a dire il 22,2% del totale imprese registrate in provincia di Pisa: un valore che pone la provincia al penultimo posto a livello regionale, prima di un’altra provincia di grandi dimensioni come Firenze, ed al disotto della media regionale che arriva al 23,1%. Questi, in sintesi, i dati sull’imprenditoria femminile relativi al 2017 diffusi oggi dalla Camera di Commercio di Pisa.
Prevalgono le amministratici che, in media, sono più giovani dei colleghi maschi
Le oltre 19mila donne che, secondo i dati del Registro delle Imprese, rivestono una carica nelle imprese della provincia di Pisa siedono prevalentemente nei consigli di amministrazione (7.835, il 25,3% degli amministratori di aziende pisane) ma molto forte risulta essere anche la presenza di titolari di aziende individuali (6.146, il 27,6% dei titolari) e di socie (4.113, il 41,5% dei soci). Le altre cariche, tra le quali svettano i revisori dei conti, arrivano a 992 unità pari ad una quota sul totale della categoria del 19,4%: la più bassa di tutte le categorie.
Per quanto concerne l’età, le donne con carica sono mediamente più giovani dei colleghi maschi: nel 2017 quelle tra i 18 e 49 anni sono il 48,3% a fronte del 42,6% dei maschi. Interessante, a questo proposito, come il 49,7% delle amministratrici sia compresa in questa fascia di età mentre tra i maschi si arrivi appena al 39,7%. Minori differenze, tra maschi e femmine, per quanto riguarda la nazionalità: la quota di donne con un ruolo in azienda nate all’estero sono il 9% contro una media maschile dell’11%.
Le imprese femminili forti nei servizi e nel turismo
Il settore che raccoglie il maggior numero di aziende a conduzione femminile è quello del commercio al dettaglio (2.138 unità), seguito a distanza dall’agricoltura (1.143 imprese) e dagli altri servizi alla persona (1.034, estetiste, parrucchiere, saloni di bellezza, ecc.). Elevato anche il numero di aziende femminili nella ristorazione e pubblici esercizi (865 imprese), nel commercio all’ingrosso (547 imprese) e nel settore dell’attività immobiliare (497). Questi sei settori, nel loro complesso, rappresentano due terzi del totale delle imprese “in rosa” a Pisa.
Considerando l’incidenza percentuale delle imprese femminili nei diversi comparti (il cosiddetto tasso di femminilizzazione) la presenza delle donne è nettamente maggioritaria nei servizi alla persona (66,3%) e comunque consistente nelle confezioni (41,5%) e nei servizi di alloggio (38,8%). Più in basso nella classifica delle attività più femminilizzate troviamo l’agricoltura (33,4%) il commercio al dettaglio (32,1%) e la ristorazione (30%).
Considerando le forme giuridiche assunte dalle aziende femminili, le ditte individuali la fanno da padrona con ben 6.146 unità, seguite dalle società di capitali (2.035), dalle società di persone (1.417) e dalle altre forme giuridiche (144, per lo più cooperative).
E’ la Val di Cecina l’area più femminilizzata della provincia
Il più alto tasso di femminilizzazione all’interno della provincia si conferma in Val di Cecina, dove il 29,7% delle imprese, a causa del forte peso del settore agricolo e terziario, è “in rosa”. Subito sotto troviamo la Val d’Era (22,2%) e l’Area Pisana (22%) mentre sul gradino più basso, a causa della forte incidenza del manifatturiero dove le donne sono meno presenti, si posiziona il Valdarno Inferiore (tasso di femminilizzazione al 19,8%). Tra i comuni con i più elevati livelli di femminilizzazione (sopra il 30%) ci sono Castelnuovo di Val di Cecina (34,8%), Riparbella (33,3%), Casale Marittimo (33,1%), Guardistallo (31,7%), Chianni (31,5%) e Pomarance (31,4%).
Il commento del Presidente Valter Tamburini
“Se come dicono i dati ufficiali pubblicati dal Dipartimento delle pari opportunità e da Cerved, le norme sulla parità di genere per gli organi di amministrazione e controllo delle società pubbliche hanno portato ad un riequilibrio tra i generi, la strada della parità per il resto del sistema economico, e Pisa ne è un esempio, appare ancora in salita. Nonostante questo squilibrio, il fatto che le imprenditrici siano particolarmente presenti nei settori dove la domanda di mercato risulta in crescita, come nel turismo e nei servizi alla persona, testimonia l’importanza delle donne per il tessuto imprenditoriale locale. Pertanto è necessario mettere in atto ogni possibile azione affinché vengano rimossi gli ostacoli che impediscono un maggiore contributo delle donne nelle imprese.”
Fonte: Camera di Commercio di Pisa - Ufficio Stampa
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