Michelangelo Buonarroti fra arte e scienza. È l’immagine inedita dell’artista per antonomasia al centro dalla conferenza ‘Lo stile anatomico di Michelangelo’ tenuta dai medici ed esperti d’arte Massimo Gulisano e Pietro Antonio Bernabei venerdì 20 aprile alle ore 18.30 a Villa Peyron, Via Vincigliata, 2 - Ingresso libero - prenotazione obbligatoria - info@bardinipeyron.it - Tel 055 200.66.233 (martedì e giovedì 10-13 e mercoledì 14,30-16,30). Al termine dell’incontro viene offerto un aperitivo. È ben noto che Michelangelo fosse appassionato di anatomia e praticasse delle dissezioni di cadaveri in Santo Spirito. Non era certamente l’unico: queste sue indagini rientravano in un diffuso interesse per gli studi anatomici, condiviso in Europa da medici, ma soprattutto dagli artisti, fin dagli ultimi decenni del Quattrocento, quando ancora la pratica della dissezione era fortemente avversata dalle disposizioni civili e religiose, a malapena tollerata e confinata nella semiclandestinità.
Su Michelangelo Massimo Gulisano e Pietro Antonio Bernabei hanno condotto una verifica puntuale e scrupolosissima, praticata manualmente sulle sue opere. I risultati di questi studi sono stati riportati sia in lezioni accademiche, che in specifiche conferenze. Sono già stati pubblicati i risultati di alcuni loro studi sul crocifisso ligneo di Santo Spirito e su tre crocifissi esposti al Museo Horne, su quello recentemente attribuito a Michelangelo e su altri due attribuiti rispettivamente a Giuliano da San Gallo e a Baccio da Montelupo. I due autori hanno inoltre pubblicato un saggio sulla diffusione degli studi anatomici nel XVI secolo analizzando le opere di Hans Wachtlin, Hans Baldung Grien, Leonardo, Giuliano da San Gallo, Sandovino, Pontormo, Bronzino, Cigoli e molti altri.
Con questi autori, si assiste al passaggio da una anatomia tradizionale, basata sugli insegnamenti di Galeno, ad una basata su conoscenze empiriche, frutto appunto delle dissezioni di cadaveri. Per quanto riguarda Michelangelo, le fonti riferiscono una profonda conoscenza anatomica, tenuta in gran conto nell'ambiente intellettuale romano, sia medico ed artistico. Sulla base dell’esame delle opere degli artisti del XV e XVI secolo, soprattutto di area fiorentina, Gulisano e Bernabei hanno formulato l’ipotesi dell’esistenza di uno Stile anatomico, risultato della combinazione del sapere tecnico artistico e quello anatomico in ciascun artista. La conferenza, della durata di due ore, è suddivisa in due parti e lascia spazio alle domande del pubblico.
Massimo Gulisano è nato a Firenze nel 1955. E laureato in Medicina e Chirurgia presso l’Università di Firenze nel 1979 e specializzato in Ematologia Clinica e Laboratorio nel 1983. Come vincitore di concorso, nel 1990, ha preso servizio come professore ordinario di Anatomia umana presso l’Università di Sassari, presso la quale aveva insegnato come professore a contratto dal 1988. Nell’anno accademico 1993/94, si è trasferito presso l’Università di Firenze, dove insegna a tutt’oggi in diversi corsi di laurea della Scuola di Scienze della salute umana (Medicina e Chirurgia, Scienze Motorie, Fisioterapia, Tecnici di radiologia, Scienze dell’alimentazione, ecc.) e in diverse scuole di specializzazione. Ha fondato e coordina il Laboratorio di Scienze Motorie applicate alla Medicina.
Pietro Antonio Bernabei è nato a Firenze nel 1948. Medico ematologo, ha studiato pittura a Seattle (U.S.A.) con il maestro Andrew Chen e pittura cinese con i maestri Xiau Li a Seattle e Wang Wei a Pechino. Ha seguito i corsi della Scuola Internazionale di Grafica di Venezia. Per primo ha impiegato il termine ‘Bioarte’ per indicare la sua ricerca nell’ambito di contaminazione tra arte e scienze della vita. Studia le caratteristiche anatomiche delle opere di Michelangelo Buonarroti nel contesto degli studi anatomici del XVI secolo. È stato invitato a tenere una lezione magistrale il 21 ottobre 2014, presso la Wayne State University in Detroit, USA, dal titolo ‘Contamination of Poetry and Science’. È socio della Fondazione Pietro Grossi, della Crabtree Foundation Italia, del Collage de ‘Pataphysique e dell’Antica Compagnia del Paiolo.
Fonte: Fondazione Cr Firenze
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