Epatite C da sradicare in 3 anni in Toscana: il piano della Regione

Eradicare il virus dell'epatite C nella popolazione toscana nel corso del triennio 2018-2020, incrementando l'offerta ambulatoriale e curando 6.200 pazienti l'anno. E' il programma per il controllo dell'epatite cronica C in Toscana, varato dalla Regione con una delibera proposta dall'assessore al diritto alla salute Stefania Saccardi e approvata dalla giunta nel corso dell'ultima seduta. Il progetto è stato presentato stamani nel corso del briefing che il presidente Enrico Rossi ha tenuto assieme all'assessore Stefania Saccardi.

"Vogliamo curare bene e quanto prima i nostri cittadini - ha detto Enrico Rossi - E siamo a un livello avanzato di soluzione del problema. Eradicare significa non dover più tenere in cura migliaia e migliaia di persone. Se la malattia si eradica, vuol dire che non si trasmette più".

"Per mettere a punto questo programma abbiamo costituito un gruppo di lavoro con i maggiori esperti in materia - ha spiegato Stefania Saccardi - Per metterlo in atto, è prevista una modifica dell'organizzazione dei servizi e un aumento dell'offerta ambulatoriale. Tra l'altro, più pazienti vengono trattati e più si abbassa il costo del farmaco".

Fin dall'aprile 2012 la Toscana aveva costituito gruppi di lavoro e commissioni ad hoc, e prodotto delibere per la lotta contro il virus HCV (epatite C). Obiettivo, rispondere tempestivamente alle necessità di cura di tutti i pazienti i toscani e garantire loro l'accesso gratuito alla terapia farmacologica.

Nel 2015, la stima della popolazione dei pazienti affetti da HCV in Toscana era di circa 26.000 soggetti. Nel triennio 2015-2017 sono stati trattati, con le nuove terapie, 6.615 pazienti, circa 2.200 all'anno, scelti sulla base dei criteri AIFA, Agenzia italiana del farmaco, (sia i pazienti con forma più avanzata che quelli con forme più lievi: determine AIFA 12 novembre 2014 e 30 marzo 2017). Nello stesso periodo si stima ci sia stata una riduzione dei pazienti da trattare, in conseguenza delle guarigioni ottenute con altri tipi di terapie e/o al decesso dei pazienti, per età avanzata. L'attuale popolazione di pazienti ancora da trattare risulta essere di circa 18.500 pazienti.

Il progetto varato con quest'ultima delibera prevede di trattare gli attuali 18.500 pazienti nell'arco dei prossimi tre anni, 6.221 pazienti ogni anno, con un costo annuo di 44 milioni per l'acquisto del farmaco e l'attività progettuale. Un costo – si precisa nella delibera – destinato a scendere, perché la stima è basata sull'attuale valore medio del singolo trattamento, ma è verosimile che a breve si verifichi una sostanziale riduzione del costo unitario di trattamento legato all'uscita di nuove molecole sul mercato, che determineranno atteggiamenti concorrenziali tra le ditte produttrici.

Per trattare 6.221 pazienti l'anno, si prevede l'incremento dell'offerta ambulatoriale.

Queste le azioni previste dal programma:
- creazione di una cabina di regìa, con il compito di coordinare e monitorizzare il lavoro degli specialisti dei centri prescrittori, uniformarne i comportamenti, organizzare incontri periodici di aggiornamento e discussione di linee guida e buone pratiche verificate sul gestionale regionale, dove vengono registrati i dati di diagnosi e cura, utilizzando un comune modello operativo verificato e certificato. La cabina di regìa sarà composta da rappresentanti dell'assessorato, delle aziende sanitarie e ospedaliero-universitarie, e dei medici di medicina generale.
- sviluppo di un data base on line regionale, che assicuri le funzioni di aggiornamento, in tempo reale, dei pazienti in trattamento/trattati, di raccolta dei dati relativi a efficacia e sicurezza del trattamento, di valutazione e monitoraggio degli esiti a breve/medio/lungo termine (compresi fallimenti o non responders).
- definizione di nuove strategie per il censimento dei pazienti affetti da HCV nel momento della diagnosi: si prevede il coinvolgimento dei laboratori di microbiologia nella definizione di nuove modalità di verifica dei pazienti risultati positivi agli esami di laboratorio ai fini di intercettare pazienti non ancora censiti e indirizzarli verso il trattamento.

Fonte: Regione Toscana

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