Stop al far west sui contratti per il latte. E’ quanto chiede Coldiretti in riferimento al diffondersi di comunicazioni unilaterali sul territorio nazionale tendenti al ribasso del prezzo alla stalla, o alla riduzione delle quantità richieste rispetto agli accordi presi. Queste comunicazioni che le industrie stanno inviando agli allevatori mettono a rischio la sopravvivenza e il lavoro di oltre 30mila aziende agricole, senza considerare l’indotto. Si tratta – spiega la Coldiretti – di una situazione generata anche dalla pratica fuori legge ma ancora in uso di stipulare intese verbali e di durata inferiore ai 12 mesi per la quale l’organizzazione agricola chiede l’intervento degli organismi di controllo del Ministero delle Politiche Agricole insieme all’attivazione di tutte le contromisure legali disponibili in caso di necessità.
In Toscana, una piccola realtà nello scenario nazionale, si assiste ad un progressivo decremento delle aziende che producono latte bovino - ad oggi sono 211 stalle con 11.799 vacche da latte ed una produzione di 580.000 q.li di latte - ma con una crescita del livello qualitativo medio delle produzioni, riconosciuto da importanti strutture di trasformazione sul territorio.
“Lo scorso anno si è registrata una minore produzione di latte a causa della siccità ed un aumento dei costi di produzione – dice Tulio Marcelli, presidente di Coldiretti Toscana – con la difficoltà di reperire foraggi a prezzi sostenibili. Non potremo tollerare nessun comportamento unilaterale che tenda a mortificare il prodotto dei nostri allevatori, perché lo riterremmo inaccettabile a fronte di una situazione di mercato che vede crescere il Made in Italy a tavola in tutto il mondo – conclude Marcelli –. Le industrie che cercano di speculare al ribasso sul prezzo del latte mettono a rischio un intero settore produttivo sul quale si basa una parte importante dello slancio dell’economia italiana sui mercati internazionali e la sopravvivenza di aziende fondamentali nella tutela del territorio”.
“In Toscana si è riusciti a costruire e preservare filiere zootecniche che si caratterizzano per un forte legame con il territorio – commenta Antonio De Concilio, direttore regionale di Coldiretti – in cui si realizzano comportamenti virtuosi che riconoscono la corretta remunerazione del lavoro delle nostre imprese. Sono le realtà che dobbiamo preservare e migliorare per assicurare traiettorie di futuro per i nostri giovani”.
Fonte: Coldiretti Toscana
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