Fratelli calabresi costituiscono racket di immobili Inps: minacce e violenze verso operai

Associazione a delinquere capeggiata da due fratelli calabresi, che concedevano illegalmente appartamenti Inps su canone mensile dopo esserseli accaparrati illegalmente. Le indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Firenze hanno portato a scoprire svariati episodi di violenza privata e minacce verso chi occupava gli alloggi, quando questi tentavano di regolarizzare la loro posizione con l’istituto di previdenza senza più sottostare più alle illecite richieste degli associati.

I carabinieri hanno dato esecuzione a un’ordinanza di applicazione di misura cautelare emessa dal GIP presso il Tribunale di Firenze nei confronti di 5 indagati (tre in carcere, uno ai domiciliari, uno sottoposto al divieto di dimora nel comune di Firenze). Nel medesimo contesto, l’Autorità Giudiziaria ha disposto il sequestro preventivo di 5 appartamenti di proprietà Inps a Firenze, in via Claudio Monteverdi 13-72, che gli indagati occupavano abusivamente.

I calabresi gestivano di fatto la cooperativa Gamma, utilizzando operai romeni con paghe più basse che venivano collocati abusivamente in queste abitazioni che avevano nella loro disponibilità. I due riuscivano a guadagnare grandi somme di denaro estorcendo parte del compenso destinato agli operai 'iscritti' alla cooperativa come artigiani e ad accaparrarsi contestualmente, anche tramite violenze e minacce, il 'canone di locazione' in denaro contante che veniva poi detratto dalla busta paga.

Chi non sottostava al “sistema”, subiva il distacco della luce, la chiusura del gas, dell’acqua e danni alle auto e veniva obbligato al rilascio dell’immobile.

Il denaro che arrivava da queste attività illecite, in attesa di essere trasferito in Romania per l’acquisto di numerosi immobili, era stato depositato da uno dei fratelli, dominus dell’associazione e con moglie rumena, su dei conti correnti bancari intestati ai dipendenti rumeni, che dietro minaccia consentivano ai fratelli di operare.

La cooperativa dei calabresi riusciva a inserirsi dentro importanti realtà edili fiorentine, offrendo prezzi concorrenziali con lo sfruttamento del lavoro.

Per quest’ultimo aspetto l’attività è stata approfondita anche grazie all’ausilio tecnico professionale del Nucleo Carabinieri Ispettorato del Lavoro di Firenze.

Il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Firenze, accogliendo integralmente le fonti di prova presentate a supporto dell’ipotesi investigativa della Procura di Firenze ha ritenuto opportuno applicare le misure cautelari nei confronti dei cinque indagati, tre dei quali associati in carcere, uno ai domiciliari ed uno con divieto di dimora nel comune di Firenze.

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