Aperture pasquali, Auletta: “Utili solo alla grande distribuzione"

Ciccio Auletta

Anche durante queste feste pasquali vari negozi della grande distribuzione resteranno aperti. "A chi giovano realmente queste aperture? - si chiede la coalizione della sinistra formata da Una Città in Comune, Rifondazione Comunista e Possibile. "Dati alla mano - spiegano - la liberalizzazione degli orari di vendita introdotta dal governo Monti, col sostegno del centro-destra e del centro-sinistra, ha generato utili modesti per gli esercizi commerciali, non ha prodotto nuove assunzioni stabili ma ha aumentato il precariato e il numero di ore lavorate a discapito del tempo libero e della vita familiare, ha danneggiato il piccolo commercio, ha svuotato i centri storici e le periferie di molte delle città”.

"Il problema viene da lontano” - spiegano. "Già dopo il Decreto Bersani del 1998 i negozi hanno potuto aumentare il numero di aperture domenicali e festive, ma spettava ai Comuni individuare i giorni e le zone dove applicare le deroghe. Dopo il Decreto Monti invece i negozi possono restare aperti quanto e quando vogliono, salvo pagare i dipendenti tra il 30% e il 35% in più della paga oraria normale". " A conti fatti - concludono - la liberalizzazione delle aperture, introdotta con l'alibi della crisi, ha giovato soltanto agli operatori della grande distribuzione, spesso in mano a multinazionali come Carrefour o Auchan, che hanno strappato fette di mercato ai piccoli negozianti. La loro politica dei ribassi e delle aperture straordinarie ha incontrato, d'altra parte, le necessità di molti consumatori - disoccupati, con bassi salari e lavori precari - costretti a inseguire le offerte e a fare la spesa in orari notturni o di domenica”.

"Per queste ragioni - dichiara il candidato sindaco della coalizione, Ciccio Auletta - ribadiamo la nostra netta contrarietà alle aperture domenicali e festive indiscriminate. Siamo solidali con i lavoratori che lavoreranno anche nei giorni di Pasqua e Pasquetta e che, per quasi l’80%, sono donne e vivono spesso anche il peso del lavoro domestico e di cura. Molti non hanno alternativa se non lavorare anche nei festivi e di domenica, o perché sotto ricatto, o perché hanno necessità di arrotondare i propri bassi salari”.

Auletta e la coalizione lanciano un appello a tutta la cittadinanza: "Chiediamo a tutti di essere solidali con i lavoratori e le lavoratrici del commercio e di non fare acquisti durante le feste: è nel nostro stesso interesse uscire dal circolo vizioso costituito dallo strapotere della grande distribuzione, dalla concorrenza giocata sul basso costo e sulle aperture straordinarie, dal lavoro povero e precario". E avanzano le loro proposte: “Occorre ridurre drasticamente le aperture straordinarie dei negozi, ripristinando il ruolo decisionale delle autonomie locali in materia, introducendo una pianificazione e una rotazione delle aperture domenicali, rendendo obbligatoria la contrattazione con i lavoratori su aperture e turni. Per uscire dalla crisi e migliorare la qualità della vita serve un altro modello economico, a partire dalla riduzione dell'orario di lavoro a parità di salario, e dalla partecipazione collettiva alle scelte sulla produzione e la distribuzione dei beni e sull'organizzazione del lavoro”.

Una Città in Comune, Rifondazione Comunista e Possibile

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