Restauro: oggi a Firenze in via della Ninna (tra Palazzo Vecchio e la sede della Soprintendenza) si è svolto un presidio dei lavoratori espulsi dal settore in questi anni (prima della crisi erano oltre 400, oggi sono circa 150). Hanno partecipato i lavoratori della ditta Decoart (in crisi aziendale dal 2012, oggi in liquidazione con 18 dipendenti licenziati), Ermira Behri (Fillea Cgil Nazionale), Linerina Villa (restauratrice Rsu Decoart), Gianluca Lacoppola (Cgil Firenze). Una protesta “contro l’uso continuo degli appalti con massimo ribasso ’mascherato’ e contro l’utilizzo strumentale e retorico del patrimonio artistico da parte delle istituzioni, a cui seguono investimenti irrisori”. La Fillea Cgil ha proposto al Comune di istituire per il settore un apposito tavolo in cui i soggetti interessati alla materia (Sovrintendenza, rappresentanze dei lavoratori e dei datori di lavoro, istituti di formazione) si possano coordinare per valutare il livello degli investimenti annuali programmati e il livello di quelli dell’anno precedente, in modo da garantire una programmazione di restauro continuo e diffuso della città. Durante il presidio, una delegazione di sindacalisti è stata ricevuta in Comune dall’assessore Federico Gianassi.
LA NOTA FILLEA CGIL FIRENZE
Ma dove è il restauro a Firenze? Mentre da anni si continua a far campagna e promozione politica sul patrimonio artistico della nostra città, solo con eventi e progetti di restauro ad effetto, la realtà è molto più amara, nel silenzio complice delle istituzioni stiamo perdendo lavoro, aziende, conoscenze ed esperienze del settore vanto e risorsa di Firenze. Le imprese di restauro rimaste a Firenze si contano sulle dita di due mani e così anche i dipendenti per ciascuna. Molti restauratori sono stati costretti a passare alla Partita Iva (andando a lavorare in condizioni peggiori), altri hanno dovuto proprio cambiare mestiere disperdendo un patrimonio di esperienza e professionalità). Come se non bastasse, è da oltre 13 anni che il Ministero dei Beni Culturali deve provvedere per legge al riconoscimento della qualifica di restauratore, tramite pubblicazione di un elenco nazionale. Negligenza e ritardi del Ministero hanno trasformato questi lavoratori in precari perennemente esposti a contratti al ribasso. Questo, sommato agli stanziamenti pubblici a dir poco ridicoli, ha fatto collassare il settore. In questo contesto si inserisce la vicenda della storica ditta fiorentina Decoart srl in crisi aziendale dal 2012, oggi in liquidazione con 18 dipendenti licenziati. Le restauratrici e i restauratori della Decoart non si rassegnano a pensare di non poter continuare a “prendersi cura di Firenze”.
Fonte: Cgil Toscana e Firenze - ufficio stampa
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