"Ieri sera il consiglio comunale ha approvato una variante urbanistica per le aree produttive pesante per il nostro territorio e rischiosa negli esiti che potrebbe determinare.
Un consumo ulteriore di 271.211,83 mq di suolo naturale agricolo, in un comune, come il nostro, che già ha un consumo di suolo molto consistente. Quasi 80mila mq di aree produttive aggiuntive, nonostante almeno un terzo della capacità edificatoria delle vecchie aree produttive sia ancora inutilizzata. Oltre 90mila mq di nuove superfici per il commercio al dettaglio ed altrettanti per direzionale e servizi. Ampliamenti anche consistenti di aziende collocate in aperta campagna, anche in aree ambientalmente sensibili, con rischio idraulico che richiederà ulteriori opere di mitigazione.
Una vera e propria area produttiva nuova a via Piovola, dove si rende edificabile una superfice più che doppia dell’attuale, introducendo la possibilità di realizzare aree commerciali, turistico recettive, direzionali, di servizio, logistica ed artigianale. Un pezzo di città nuova in mezzo ai campi in barba alle previsioni del Piano Strutturale che considera la piana di Villanova il polmone verde della città ed in barba al PIT (Piano di Indirizzo Territoriale regionale) che la classifica area critica da preservare. Il tutto 'guidato' dalle richieste dei privati, che naturalmente perseguono il proprio interesse, a volte molto cospicuo, come appunto in via Piovola, dove il terreno oggetto di variante appartiene in gran parte ad uno dei soggetti attualmente presenti in quell’area ed in parte molto minore all’altro.
Un’idea di urbanistica subalterna, improntata ad un modello ormai obsoleto che nega la specificità territoriale e ambientale e che comporta consumo delle risorse con rischi per molti e vantaggi per pochi. Quando sarebbe servita invece una reale capacità di pianificare l’accompagnamento alla riconversione ecologica del nostro tessuto produttivo.
Riqualificando le attuali aree produttive, ripensando mobilità (il trasporto pubblico verso le nostre aree produttive è giudicato per la maggior parte ininfluente, la ciclabilità è di la da venire, le forme di condivisione del trasporto non esistono), approvvigionamento e risparmio energetico (a proposito, il regolamento per l’edilizia sostenibile?), protezione della risorsa idrica e del suolo, trattamento di reflui e rifiuti, protezione dell’aria.
I modelli virtuosi esistono in italia ed in Europa. Ma se l’ottica è quella che a chi produce, in fase di crisi, bisogna solo stendere i tappeti rossi, senza neppure guardare se ciò che ti propone è una esigenza realmente produttiva o la richiesta di beneficiare di una rendita, si finisce facilmente negli anni '60 senza nemmeno il boom economico. E questo purtroppo non aiuta proprio lo sviluppo, perché se punti tutto non sulla qualificazione del tuo tessuto produttivo, ma sugli 'sconti' che sei capace di offrire, ci sarà sempre qualcuno che può fare più sconti di te.
Ora si apre la fase delle osservazioni, prima della approvazione definitiva. Tutti i materiali stanno sul sito del comune nell'area del garante della partecipazione. Sarebbe importante che tutti provassero a rendersi conto".
Dusca Bartoli, consigliere comunale Fabrica Comune per la Sinistra
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