Sandro Vannini nuovo Difensore civico: "Aumentare conciliazioni fra cittadini e amministrazione"

Sandro Vannini è diventato Difensore civico della Toscana “al primo voto, con i due terzi dei componenti dell’assemblea, segno evidente di stima”. Il presidente del Consiglio regionale, Eugenio Giani presenta in conferenza stampa il nuovo Difensore civico della Toscana, nella sala Barile di palazzo del Pegaso, citando l’esperienza maturata da Vannini alla guida del Corecom regionale per assolvere il primo dei compiti attesi: “Aumentare le conciliazioni fra cittadini e pubblica amministrazione, così come è avvenuto con le controversie tra utenti e gestori telefonici durante il mandato di Corecom”. “Qui si opera per i diritti” ripete a più riprese Giani citando la materia dell’acqua, dei servizi (più in prospettiva anche luce e gas), della sanità. Per avere “un salto di qualità” serve una legge quadro nazionale che dia “maggiori poteri al Difensore in alcune materie, con la possibilità di ricevere risorse aggiuntive per svolgere le conciliazioni, così come avviene per Corecom da parte dell’Agcom”. La tradizione della Toscana, considerata “un modello” per la sensibilità da sempre mostrata per questo istituto, spinge infine Giani a richiedere al nuovo Difensore “suggerimenti al legislatore regionale per andare verso una semplificazione sempre maggiore dei procedimenti amministrativi”.

In conferenza stampa anche Lucia Franchini, Difensore fino al 2017 e coordinatore dei difensori civici a livello nazionale. Oltre ai numeri sull’attività dell’anno scorso, Franchini mette sul tavolo l’impegno profuso per arrivare anche in Italia “all’istituzione del Difensore Civico nazionale”. Un impegno che Sandro Vannini riprende ricordando “l’Italia è l’unico paese che non l’ha istituito”, nella convinzione che i Difensori regionali debbano relazionarsi con un’autority nazionale “o anche più d’una, per esempio quella della privacy e dell’anti anticorruzione”.

Il nuovo Difensore scommette su “rendere più conosciuto il Difensore civico regionale”, visto che è venuta meno la rete dei difensori locali e che quindi è a livello regionale che si concentrerà la pressione delle istanze dei cittadini. Il principale spazio di crescita riguarda le conciliazioni nell’ambito dei servizi idrici. “Franchini da tre anni a questa parte ha molto spinto in questo senso, e la Toscana è tra le cinque regioni che hanno un’Autorità idrica regionale. Le istanze sono già 300 – continua Vannini – per un valore di contenzioso che supera i 500mila euro; con una minima azione di comunicazione istituzionale questi numeri possono crescere”, continua Vannini. Gli utenti attuali, infatti, provengono prevalentemente dalla Toscana centrale. Qui il Difensore chiama in causa “i molti rappresentanti delle associazioni di consumatori presenti qui oggi: collaboreremo molto, in sinergia, anche per far conoscere il servizio di conciliazione sul sistema delle acque”, in prospettiva, su gas e luce, assicura.

Poi c’è la conciliazione in materia di sanità, dopo le norme regionali che Vannini cita in sequenza. Le nuove possibilità di conciliazione, previste dalla legge nazionale, riguardano non solo questioni minori ma ora anche la “responsabilità in caso di disfunzioni procedimentali o professionali nei confronti del malato”. Esistono già convenzioni del Difensore Civico regionale con Aziende ospedaliere e universitarie: si tratta di attualizzarle arricchendole della possibilità per il cittadino di “avvalersi della consulenza giuridica del medico legale di un’Azienda ospedaliera non coinvolta”. Quello che secondo Vannini sarebbe “Un forte salto qualitativo”.

Fonte: Consiglio regionale della Toscana - Ufficio Stampa

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