"Amiamo la nostra città, chi ci vive, non lasciamo spazio ad alcuna violenza": la Comunità di Sant'Egidio, che ha fatto una preghiera in memoria di Idy Diene giovedì scorso, ricorda che "Idy era amico di alcuni dei giovani immigrati e richiedenti asilo che frequentano gratuitamente le scuole d'italiano di Sant'Egidio. Siamo vicini ai suoi cari e alla sua comunità e a quanti sono sensibili al dolore di tutti e alla costruzione di una città sempre più umana e disarmata".
Idy viene ricordato anche a Medì, la rassegna delle città del Mediterraneo in corso a Livorno su iniziativa di Sant'Egidio. Vi stanno partecipando anche richiedenti asilo e immigrati, tra cui senegalesi.
Moussa 'Ndyaje, senegalese, ha ricordato come a Cagliari, dove ora anima il Cosas (Comitato sardo di solidarietà), "fui aggredito e reagii. Ma da una macchina scese una persona che ci separò dicendo: 'Basta, la violenza non serve a nulla'. Da allora vivo per la non violenza". Diana Tchamitchian, siriana, rivolgendosi alla platea ha inviato tutti a "imparare la lingua prima di tutto. Ci aiuta a mostrare il valore che è dentro ciascuno di noi".
“Il dialogo delle città mediterranee cambierà il mondo dominato dalla paura – ha detto il viceministro degli esteri Mario Giro - serve una nuova cultura per capire il disordine. Non abbiamo un problema di immigrazione, ma di integrazione che vuol dire fare spazio per far crescere un'economia che crea fiducia, comunicare a chi viene in Italia i diritti e i doveri della democrazia, combattere la paura con la cultura, cogliere le opportunità che non mancano”. Il dialogo nelle e tra le città cambierà il mondo dominato dalla paura.
Fonte: Città Metropolitana
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