È stato conferito il premio “Renata Borlone, donna in dialogo” 2018 all’astrofisico SULEIMAN BARAKA docente presso l’università Al – Aqsa (Gaza City), cattedra UNESCO e collaboratore NASA.
In una cerimonia, organizzata presso l’Auditorium del centro internazionale di Loppiano, si è svolta questa giornata di lavoro incorniciata, nel pomeriggio, da un momento artistico. Alle ore 12:00, presso il Santuario di Maria Theotokos, la Santa Messa presieduta dal Vescovo di Fiesole mons. Mario Meini.
Al prof. Suleiman Baraka il premio “Renata Borlone, donna in dialogo” 2018 per «la passione mostrata nella ricerca scientifica, per la capacità etica manifestata nel proprio lavoro a favore delle giovani generazioni del suo popolo e nel testimoniare quanto la conoscenza scientifica e la ricerca etica siano unitariamente consoni e necessarie all’agire umano».
È questa la motivazione del conferimento annunciata dal Prof. Sergio Rondinara, docente di Epistemologia e Cosmologia presso l’Istituto Universitario Sophia, nel corso della mattinata. È il prof. Rondinara stesso a presentare al folto pubblico la figura dell’astrofisico di origini palestinesi che nel corso della guerra ha perso suo figlio dodicenne a causa di bombardamenti. Rientrato nel suo paese di origine, il prof. Suleiman, si dedicato alla ricerca, all’insegnamento e alla divulgazione con uno speciale obbiettivo: contribuire alla pace nel suo paese e nel resto del mondo.
“Qui sta il carattere profetico del suo agire professor Baraka: ricordare a tutti noi - ha continuato il prof. Rondinara - che scienze ed etica non sono due sfere indipendenti dell’agire degli uomini e delle donne ma necessariamente ognuna ha bisogno dell’altra affinché il nostro agire sia autenticamente umano. Lei con le sue scelte ci ha mostrato che è possibile ricondurre nell’inscindibile unità personale le due dimensioni ritenute tra loro apparentemente estranee dalla cultura contemporanea quali quella scientifica e quella etica. Due dimensioni, ciascuna con il proprio fascino, una percepita attraverso la scoperta e la contemplazione del cielo stellato e l’altra compresa attraverso il moto libero e originario della coscienza dell’animo umano”.
Un premio accolto con grande gioia dal prof. Suleiman che fin dall’inizio del suo intervento ha sottolineato come, sotto lo stesso cielo, siamo tutti fratelli. “Renata Borlone ha parlato della bellezza della creazione di Dio – ha detto l’astrofisico - e nel sacro Corano ci sono più di 1400 versetti con valenza cosmologica e astronomica. Ce ne sono sicuramente anche tante nella Bibbia e nella Torah”.
Un comune sentire ha introdotto il professore che si è così raccontato: “Purtroppo oggi i notiziari riportano solo statistiche di persone vittime di violenza. Per quanto mi riguarda sono cresciuto imparando a denunciare la violenza da qui la mia idea di un’astrofisica per la pace. Quando ho ricevuto la notizia della morte di mio figlio Ibrahim di 12 anni, in seguito ad un raid, sono stato determinato a far fronte alla paura per mezzo dell’educazione. Sono convinto che una miglior educazione fa guardare le persone di ogni fede in una sola direzione: l’astronomia ci fa vedere che tutti noi siamo una famiglia universale che condivide lo stesso cielo. Mio figlio è stato colpito il 5 gennaio 2009 e poco dopo il presidente dell’IAU (Unione Astronomica Internazionale) il Prof. Robert Williams e il suo Consiglio mi hanno fatto dono di un telescopio per usarlo per le attività ed io ho iniziato con i compagni di scuola di mio figlio”.
Un lavoro incredibile quello del prof. Suleiman, frutto di una volontà determinata e coraggiosa, che nel corso del suo intervento ha messo in luce l’affinità di intenti tra la figura di Renata e il suo agire.
“Ogni storia ha un lato nascosto. - ha concluso - ed io cerco sempre di fare il mio lavoro in favore dell’umanità".
Originario di Gaza, il prof. Suleiman Baraka, ha conseguito nel 2007 un dottorato in astrofisica presso l’Università “Pierre e Marie Curie” di Parigi; nel 2010 fonda e dirige il Centro di Astronomia e Scienze dello Spazio della Al-Aqsa University a Gaza. Attualmente è titolare della Cattedra UNESCO in Astronomia, astrofisica e scienze dello spazio nello stesso ateneo. Collabora con la NASA, l’ESA, lo CNES e la Roscosmos per "cercare di risolvere i problemi che riguardano i veicoli spaziali" ed è membro di diverse comunità scientifiche internazionali come l’American Geophysical Union (2005); l’European Geophysical Union (2011); l’International Astronomical Union (2015). Quest’ultima, nel 2016, ha finanziato un suo progetto di divulgazione scientifica il cui messaggio è far comprendere alle nuove generazioni che la pace è possibile.
Per l’occasione numerose le personalità intervenute e numerosi i messaggi augurali arrivati. Qui di seguito alcuni stralci. S.E. Mons. Gianfranco Cardinale Ravasi Presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, impossibilitato ad intervenire alla Cerimonia di Premiazione, ha incaricato il Prof. Piero Benvenuti, Consultore del Pontificio Consiglio della Cultura e Segretario generale dell'Unione astronomica internazionale (Uai) a portare il saluto del Consiglio: “Il Pontificio Consiglio è sempre stato molto attento alla cultura scientifica, soprattutto alla relazione tra Scienza e Fede (…)Nel passato l’attenzione si è principalmente rivolta alla possibilità di integrare le conoscenze scientifiche attuali con la ricerca teologica cristiana, ma più recentemente l’interesse si è spostato sul valore universale della Scienza e sulla possibilità di usare questa sua caratteristica per rimuovere le barriere sociali, politiche e religiose che tuttora dividono il mondo. È stato quindi per noi entusiasmante sapere che esistono scienziati, come il Prof. Baraka, che mettono in pratica quanto noi discutiamo in teoria. Speriamo che questo Premio stimoli altri scienziati e uomini di buona volontà ad usare la Scienza non solo per far progredire il patrimonio di conoscenza universale, ma anche per costruire la pace nel mondo”.
Maria Voce Presidente del Movimento dei Focolari: “Nell’attuale contesto della comunità scientifica internazionale risulta particolarmente lodevole il suo impegno di divulgazione in favore delle nuove generazioni per trasmettere la bellezza dell’universo e dar loro speranza in un’umanità “capace di condividere un unico cielo, luna e stelle”. Esprimo al prof. Baraka la mia profonda stima e le mie più vive congratulazioni, con l’augurio che il carisma dell’unità lo confermi ad andare avanti a lavorare con slancio per la fraternità universale”.
Prof. Marco Bontempi del dipartimento di scienze politiche e sociali dell’università di Firenze: “La testimonianza per la pace di Suleiman Baraka è importante anche perché illumina, da una prospettiva non comune, le grandi possibilità del dialogo tra le religioni, per la radice abramitica che musulmani, cristiani ed ebrei condividono. Lo sguardo di Abramo verso il cielo è lo sguardo del credente, di colui e colei che sa vedere i segni del Creatore e della sua Misericordia”.
Dott. Giorgio Bianciardi Vicepresidente UAI Unione Astrofili Italiani ed Editor Astronomia: "L'Unione Astrofili Italiani, da me rappresentata in questa bella giornata in qualità di Vicepresidente, non può che plaudire il lavoro che il Prof Suleiman sta svolgendo in questi anni: l'osservazione del cielo stellato per la costruzione della pace perché la visione del Cosmo ci affratella".
Altri saluti sono arrivati dal prof. Daniele Spadaro INAF – Osservatorio astrofisico di Catania e dal prof. Paolo Conconi INAF – Osservatorio Astronomico di Brera.
Tra le personalità presenti Piero Coda Preside dell’Istituto Universitario Sophia; Salvatore dell’Atti compositore, musicologo, direttore d’orchestra, docente e direttore dell’Audioteca Poggiana che ha portato personalmente il suo messaggio di saluto al prof. Baraka; Odeh Amarneh addetto culturale dell’ambasciata palestinese presso lo Stato italiano accompagnato dal rappresentate della comunità palestinese in Italia; Giulia Mugnai Sindaco del Comune di Figline e Incisa Valdarno e Vincenzo D’Antò assessore alla Cultura del Comune di Civitavecchia, città natale di Renata Borlone.
Il Premio e la figura di Renata Borlone
Il premio è stato istituito dall’Associazione culturale Renata Borlone in collaborazione con l’Istituto Universitario Sophia per onorare la memoria di Renata Borlone (1930-1990), focolarina, per oltre vent’anni corresponsabile di Loppiano ed ora Serva di Dio, presentata al pubblico dalla Prof.ssa Lida Ciccarelli postulatrice della causa di beatificazione. Ricca di valori umani e spirituali, Renata nutriva una particolare passione per la scienza che percepiva come strumento privilegiato per la costruzione dell’unità della famiglia umana. Nelle precedenti edizioni il riconoscimento è stato assegnato al fisico Ugo Amaldi del Cern di Ginevra (2006), all’astrofisico Piero Benvenuti dell’Università di Padova (2013), alla scienziata Fabiola Gianotti Direttrice generale del Cern di Ginevra (2015).
Fonte: Ufficio Stampa
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