“Non è più possibile chiudere gli occhi sul problema della sicurezza in ospedale, è necessario un presidio di polizia che garantisca infermieri e altri dipendenti durante lo svolgimento del loro lavoro”. E’ quanto dichiara Roberto Cesario, responsabile territoriale Nursind Prato, a seguito dell’episodio avvenuto nella serata di lunedì 19 febbraio all’ospedale di Santo Stefano, a Prato. Attorno alle ore 22 un uomo armato ha puntato la pistola agli infermieri in servizio al Pronto Soccorso, minacciandoli di morte. La tragedia è stata sventata solo per un fortunato caso, in quanto erano presenti due agenti della Polizia penitenziaria per accompagnare un detenuto".
“Gli agenti sono riusciti a bloccare e disarmare l’uomo – racconta Cesario – prima che succedesse l’irreparabile. Ma si tratta dell’ennesimo episodio: abbiamo già denunciato numerosi casi di questo tipo. Il personale non è in sicurezza nell’ospedale di Prato”.
“Prato è la punta di un iceberg – aggiunge Giampaolo Giannoni, responsabile regionale del sindacato autonomo degli infermieri Nursind – è emergenza sicurezza in tutti i pronto soccorso della Toscana. I dati sono allarmanti e a Prato c’è già stato un morto, in passato. Dopo una serie di denunce abbiamo provato a investire le Istituzioni, chiedendo al Prefetto una postazione fissa in ospedale, almeno durante le ore notturne. Ma la risposta è stata negativa, per mancanza di risorse. Le risorse che lavorano in ospedale, però, non sono tutelate, restano in prima linea e i primi a subire le conseguenze dei tagli”.
Fonte: Nursind - Ufficio Stampa
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