L'operazione di polizia che ha portato nella giornata del 19 febbraio all'arresto in carcere o ai domiciliari per 14 persone tra Santa Croce sull'Arno e Fucecchio, ritenute a vario titolo responsabili dei reati di associazione per delinquere, estorsione, sequestro di persona, usura, riciclaggio e autoriciclaggio, abusiva attività finanziaria, utilizzo o emissione di fatture per operazioni false, trasferimento fraudolento di valori, aggravati del metodo mafioso, con ramificazioni che arrivano anche in paesi stranieri come la Croazia e la Slovenia, è un segnale di allarme gravissimo per la nostra zona. Le indagini hanno fatto emergere un'articolata organizzazione criminale capace di costruire una rete di aziende con l'esclusiva finalità di generare voluminose movimentazioni finanziare, allo scopo di avere a disposizione ingenti quantità di denaro contante da destinare a nuove attività illecite o da riciclare e reimpiegare in attività commerciali. Tutto questo veniva completato con prestiti a tasso usurario e con meccanismi di promozione del lavoro nero e dell'evasione fiscale.
E' la dimostrazione di come la mafia non sia un fenomeno che riguarda solo il Sud e di come l'illegalità possa inquinare l'economia, e di conseguenza la società e la politica anche in territori come i nostri.
Il programma elettorale di “Liberi e Uguali” sottolinea come sia “essenziale intervenire sulla tracciabilità dei pagamenti per contrastare molteplici reati, dalla corruzione al riciclaggio, anche valutando la reintroduzione di una soglia più bassa all’uso del contante”, e come la lotta alle mafie debba essere una priorità e vada continuamente alimentata, “stante l’ampiezza delle infiltrazioni e la loro ramificazione non solo nazionale”. Oltre a intervenire sul piano dell'educazione dei giovani alla legalità, della repressione (contro qualsiasi ipotesi di allentamento del regime del carcere duro per i mafiosi) e della tutela dei testimoni e dei collaboratori di giustizia, è assolutamente necessario anche alzare il livello di attenzione e di vigilanza nei confronti di questi fenomeni. anche nei nostri territori.
E' un dovere nei confronti della salvaguardia dello stato di diritto e della democrazia, che non può in alcun modo convivere con l'esistenza di poteri economici occulti. Ma è un dovere anche rispetto al futuro produttivo di un'area come la nostra.
Il distretto del Cuoio e delle Calzature del Valdarno Inferiore può fondare la propria competitività, oltre che sul proprio patrimonio di professionalità e di imprenditorialità, sulla capacità di distinguersi sul terreno di una qualità anche etica delle produzioni. E questo implica, oltre al rispetto dell'ambiente e dei diritti dei lavoratori in ogni momento della filiera produttiva, anche e prima di tutto la chiusura di ogni varco a comportamenti illegali.
L'adozione e la piena applicazione del codice etico di distretto diventano perciò, anche in seguito a questi fatti, assolutamente irrinviabili. Il coordinamento di Liberi e Uguali del Valdarno Inferiore esprime piena fiducia nell'operato delle Forze dell'Ordine e della Magistratura, auspica che sia fatta piena luce su tutti i risvolti di questa vicenda, anche a tutela di chi lavora nel rispetto delle regole e delle leggi, e si impegna:
1) ad alzare il livello di sensibilità delle nostre popolazioni sul tema della lotta a tutte le mafie, anche attraverso l'adozione di meccanismi di controllo sempre più rigorosi sugli appalti per le opere pubbliche e gli investimenti delle Amministrazioni;
2) ad appoggiare e sostenere tutte le iniziative tese a rafforzare e a certificare la qualità etica del nostro modello produttivo.
Fonte: Liberi e Uguali coordinamento Valdarno Inferiore
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