Sono in tutto 34 i tavoli aperti, per altrettante vertenze aziendali, dal 1 ottobre 2017 al 31 gennaio 2018, dall'Unità di crisi lavoro della Regione, per un totale di 9.161 lavoratori coinvolti (sia dipendenti diretti che indiretti) e 6.005 posti di lavoro a rischio. La vertenza più rilevante, che rappresenta più di un terzo dei posti di lavoro a rischio, è quella di Aferpi, puntualmente seguita dal presidente della Regione.
I tavoli di crisi attivati per la prima volta in quest'ultimo periodo sono 11 (IVV, Appalti pulizie Trenitalia, Intecs, Albor, Cea, Rifle, Sda Express, Servimoda, Unicoop Tirreno, Lonzi Metalli, Signorini), per un totale di 1.821 lavoratori coinvolti e 845 posti di lavoro che risultano a rischio (si riferiscono, cioè, ad aziende in cui vi siano esuberi dichiarati o si faccia ricorso ad ammortizzatori sociali).
Il grosso delle vertenze si riferisce, come già nel passato trimestre, all'industria (86%) mentre una percentuale minima riguarda commercio, trasporto e magazzinaggio (8%), agricoltura (2%), altre attività di servizi (1%). Nel 36% dei casi si tratta di aziende oltre i 250 addetti, nel 38% fra i 51 e i 250 addetti, nel 29% fra 16 e 50 e nel 6% dei casi sotto i 15 addetti. Nel 50% dei casi le aziende coinvolte sono gruppi con stabilimenti anche fuori regione.
Ecco provincia per provincia le aziende coinvolte.
Arezzo: ABB Cantarelli, IVV.
Pisa: Appalti pulizie Trenitalia, Intecs, Locatelli Saline di Volterra/Ati sale; Mondomarine (ex Cantieri Pisa); Tmm.
Firenze: Albor, Alstom, Cea (Coop Edili Appennino), Edison Giocattoli; Infogroup; Istituto De Angeli, Malo; Richard Ginori; Rifle, Sannini; Sda Express, Servimoda (ex Pulzeta).
Massa Carrara: Costa Mauro, Rational; Sanac.
Grosseto: Scarlino Energia.
Livorno: Aferpi; Cave di Campiglia, Magona Arcelor Mittal; Seca Piombino, Elettra, Lonzi Metalli, Unicoop Tirreno.
Siena: Floramiata.
Prato: Signorini, Varvarito.
Le altre vertenze gestite dal primo giugno 2015 ad oggi dall'unità di crisi della Regione Toscana sono state in tutto 73, di cui 50 concluse.
Per approfondire vai al testo del Rapporto
Fonte: Regione Toscana
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