La Cgil di Livorno ricorda Mirko Carovano: "Abbiamo perso un compagno"

Morte di Mirko Carovano, la Cgil di Livorno esprime sgomento e offre la propria solidarietà alla famiglia. Queste le parole di Fabrizio Zannotti, segretario generale Cgil Livorno:

“Caro Mirko, ci siamo conosciuti per caso, davanti ad un panino, abbiamo condiviso ideali, emozioni, abbiamo fatto tante cose insieme. Sono 363 giorni che sono segretario generale della Cgil, di quella Cgil che amavi e dalla quale pretendevi di più. Ci siamo visti due settimane fa, ti sentivi solo, quella solitudine che colpisce un uomo quando viene colpito nella sua dignità: ti chiedo scusa se non sono riuscito a starti vicino e a ridarti la dignità che meritavi. Tanti si chiedono perché. La risposta è semplice: quando un uomo è senza lavoro è senza dignità, quella dignità per la quale te ti sei tanto battuto; diventa vulnerabile nella sua essenza, quella di sentirsi utile per la società. Sì, la dignità, la dignità del più debole, la dignità degli ultimi, quel sentirsi utili, solidali, insomma Compagni con la “C” maiuscola, in una società dove l’uomo ormai è carne da macello, un numero da liquidare con un fax.
Una delle ultime volte che ci siamo visti eravamo davanti alla tua fabbrica, alla Delphi; durante il viaggio in auto ci chiedevamo come un’area cosi importante fosse diventata un edificio di archeologia industriale nell’indifferenza del ‘sistema’.
Oggi mi sento un fallito, ho perso un compagno e un fratello. Mirko, questa società è un rullo compressore, ti schiaccia, ti usa e ti butta via. Tu volevi cambiarla questa società, tu volevi vivere dignitosamente, tu volevi che gli ultimi avessero delle possibilità, e la dignità e il rispetto che hanno i potenti. E’ un reato oggi vivere dignitosamente? No, dovrebbe essere la normalità. In fondo chiedevi un lavoro, la tua dignità, la tua e di altri. Chiedevi una società più solidale, che non lascia indietro nessuno. Credevi nell’antifascismo, pretendevi che il sangue rosso come la nostra bandiera fosse uguale per tutti. E sei stato travolto. Hai lasciato un vuoto dentro di me che sarà difficile da colmare. Non so come sarò in grado di reagire, ora sono troppo distrutto. Però mi piace immaginarti nella ‘Locomotiva’ di Guccini: ‘Gli eroi son tutti giovani e belli’.
Ciao compagno, non ti dimenticherò mai”.

Fonte: Cgil Toscana e Firenze - Ufficio Stampa

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