Istituti comprensivi, FabricaComune: "Troppa fretta, rischi per lavoro e livello degli istituti"

Il nostro Comune era rimasto uno degli ultimi a non avere istituti scolastici comprensivi (che comprendono cioè, come dice il nome, scuole che vanno dalla materna alle medie inferiori, in un'unica organizzazione) e non per un capriccio. La scelta a suo tempo operata era determinata dalla configurazione a rete, estremamente ramificata, del nostro tessuto scolastico, dall’alto numero dei ragazzi iscritti, dalla mancanza di un terzo edificio di scuola media e da valutazioni di ordine pedagogico in merito all’opportunità di creare istituti sovradimensionati, dove convivessero ordini di scuole molto diversi. Tutte valutazioni che non possono essere dimenticate neppure adesso.

“Se si vuole andare nella direzione di creare comunque istituti di questo tipo – dicono a FabricaComune - si dovrebbe almeno avere l’attenzione di non concentrare, in alcuni, le situazioni sociali a maggior rischio, ma di distribuirle (cercando di diluirle) il più possibile equamente tra tutti e tre gli istituti. Insomma ogni istituto dovrebbe accogliere ragazzi che vengono un po’ dal centro storico, un po’ dall’immediata periferia ed un po’ dalle frazioni. Altrimenti rischiamo di creare ghetti.”

Quindi la suddivisione territoriale per disegnare i bacini di utenza dei tre istituti è un passaggio molto delicato, che deve garantire un disegno equilibrato da molteplici punti di vista dei nuovi istituti.

“Appare evidente come sia importante poter operare questo disegno avendo di fronte tutto il territorio comunale- continua Dusca Bartoli -per poter bilanciare in ognuno dei tre futuri istituti i fattori significativi per creare tre realtà equivalenti dal punto di vista della qualità dell’offerta formativa in ogni suo aspetto.

E non appare saggio procedere invece, come si sta facendo, alla creazione del primo istituto sul tracciato del precedente terzo circolo (disegnato in altra epoca e con diversa finalità) più la scuola media Vanghetti, rimandando ad un momento successivo la creazione degli altri due istituti”.

“Sarebbe stato opportuno – insistono – almeno realizzare i tre istituti comprensivi contemporaneamente e non a tappe. Seguire il vecchio tracciato porta a degli assurdi per cui, per es. alunni residenti a Cascine, che abitano a 500 metri dalla media Busoni, dovranno andare alla Vanghetti. Ma questo è solo un piccolo esempio. Di fatto anticipare la creazione di un istituto rispetto agli altri due, senza operare da subito una nuova suddivisione territoriale, comporta un forte rischio di disequilibri. Senza contare i disagi della fase di transizione.

La scuola media Busoni si dovrà far carico di alcune sezioni diminuite alla Vanghetti, ma probabilmente non arriverà comunque a 600 alunni e quindi sarà sovraffollata ma sottodimensionata rispetto ai requisiti di autonomia. Con il rischio di perdere posti di lavoro e di creare difficoltà nell’attribuzione delle cattedre. Pare che ad oggi si perdano ben 9 posti di collaboratori scolastici e due assistenti amministrativi. Si ha idea di cosa significa, in termini di funzionalità, con un tessuto scolastico diffuso come il nostro? Ma forse la vera logica sta qui ed è una mera logica di tagli”

E poi c’è il problema della terza scuola media. Dove verrà fatta? Qui non si tratta soltanto di reperire delle aule per fronteggiare un aumento delle iscrizioni. La nuova scuola, di almeno 18-20 classi, ha bisogno di uffici (direzione, segreteria, insegnanti), palestra, laboratori, biblioteca, mensa, ecc. Chi sosterrà il finanziamento? Ricadrà unicamente sulle spalle del Comune o se ne farà carico almeno in parte anche la Regione? E quali saranno i tempi di realizzazione?

“Ci chiediamo perché – concludono - si è scelta una strada cosi illogica invece di procedere, almeno, alla creazione contemporanea dei tre istituti.

La motivazione fornita è stata una generica richiesta della Regione, descritta come messaggio inequivocabile, ma di cui non sono stati spiegati maggiori dettagli. Sembra che di fatto i fondi a rischio, se non si procedeva alla creazione di almeno un istituto comprensivo, fossero minimi (non più di 2-3mila euro). Quindi è una scelta. Che francamente non capiamo”.

Fonte: FabricaComune per la Sinistra

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