Gli effetti cancerogeni sull’uomo del glifosato sono tuttora discussi, ma resta il fatto che l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC) che ha redatto una lista di diverse sostanze in base al loro livello di cancerogenicità ha definito il glifosato “sostanza probabilmente cancerogena”: una probabilità che non può che preoccuparci, vista la quantità che ne viene utilizzata nel territorio del comune di Castelfranco, come ci informa una nostra socia e come risulta anche dalle fotografie che documentano l’aspetto sconvolgente di prati erbosi che dovrebbero essere, in questa stagione, verdi e che appaiono invece completamente ingialliti come se fossero riarsi.
Recentemente (dicembre 2017) il Parco Nazionale del Cilento ha vietato l’uso del glifosato entro tutto il proprio territorio, considerando potenzialmente pericoloso per l’ecosistema animale l’utilizzazione di questa sostanza. A noi sembra che, se è giusto preoccuparsi dell'ecosistema animale di un Parco Nazionale, è altrettanto (e diremmo ancor più) giusto preoccuparci dell’ecosistema umano insediato in un’area fortemente antropizzata (e minacciata da molte altre fonti di inquinamento) quale è il Valdarno medio inferiore.
E’ quindi una domanda che poniamo agli amministratori: al di là di ogni ragionevole dubbio, vale la pena di rischiare la vita umana per evitare la fatica (e la spesa) di trattare gli spazi erbosi con mezzi tradizionali, magari più costosi, ma certamente più innocui? Davvero chi governa il nostro territorio è disposto ad assumersi la responsabilità di lasciare libera circolazione a pesticidi che probabilmente hanno ricadute gravissime sulla salute umana? E’ solo una domanda che poniamo contando in una tempestiva risposta. (Risposta mai arrivata sul finire del 2016 e nel corso del 2017 quando già avevamo sollecitato la questione).
Il consiglio direttivo di Italia Nostra Medio Valdarno Inferiore
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