"Padoan e Borghi lontani da Siena e dal territorio": la denuncia di Forza Nuova

"Ho trovato quasi offensive nei confronti dei senesi – dichiara il Candidato di “Italia agli italiani” Alessandro Dolci – le prese di posizione manifestate dal candidato di punta del PD nel collegio senese, il Ministro Piercarlo Padoan, personalità di livello internazionale in visita elettorale a Serre di Rapolano la scorsa domenica.

Di fatto l’ex collaboratore di “Critica marxista” poi convertitosi nel tempo a esponente del Fondo Monetario Internazionale, dell’OCSE e sostenitore delle politiche di austerity che hanno strozzato la Grecia, oggi si presenta a Siena e l’unica cosa che riesce a fare dal suo piedistallo è giustificare ed elogiare chi ha già stretto mortalmente il cappio al collo dei senesi, ossia il PD.

Ricordo dunque a Padoan che l’epiteto “distruttori” usato contro i critici del jobs act e Legge Fornero calza a pennello proprio a quelli come Renzi e tutti i politici asserviti al FMI e alla UE: di fatto cosa hanno prodotto le loro politiche neo-liberiste se non perdita di sovranità, impoverimento, licenziamenti, tagli ai servizi fondamentali, privatizzazioni selvagge? O forse il loro progetto è proprio quello, ossia creare instabilità a tutto vantaggio delle oligarchie dell’alta finanza?

Nemmeno il candidato – sottolinea Dolci - leghista Borghi, già in Regione e comunque “paracadutato” da Milano può essere il vero rappresentante della senesità a Roma: mi ricorda un po’ Franco Bassanini catapultato dall’Ulivo alle politiche del 2001. Un “Bassanini” leghista non è la soluzione e ad ogni modo la Lega mi appare legata a filo doppio a quel sistema che a parole afferma di combattere.

Una nota su MPS: la Banca, che sempre Padoan vuole rimettere in mano privata forse per facilitarne la (s)vendita agli stranieri, è affondata proprio grazie ad una privatizzazione nata male e gestita peggio da “arrembanti” e improvvisati banchieri che tutti conosciamo. Il vero periodo di splendore MPS lo ha vissuto proprio quando MPS era Banca Pubblica, come previsto dalla Legge Bancaria del 1936, poi smantellata dai suoi colleghi di partito Amato e d’Alema.

Il 4 marzo – conclude Dolci – mandiamo a casa i camerieri dei banchieri, votiamo il vero cambiamento, votiamo “Italia agli Italiani” per tornare ad una moneta sovrana, di popolo, per una Banca pubblica e nazionalizzata, per una Europa dei Popoli e non delle banche, per un’Italia ri-fondata sui veri valori della nostra civiltà millenaria, che è romana e cristiana!!"

Fonte: FN Siena

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