Cosmotronic, la techno dei sentimenti che risveglia il Bel Paese

Cosmotronic

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"La musica trasmette emozioni" è una gran banalità. Però Cosmo sulla sua musica inserisce molto più che delle semplici parole, ci costruisce un mini-mondo emotivo. Marco Jacopo Bianchi, ex professore di storia di Ivrea, è partito dall'esperienza dei Drink To Me, band electro-funk già nota negli ambienti alternative italiani, ed è salito a un livello superiore con Cosmotronic, ultima fatica uscita a fine 2017 dopo L'ultima festa e Disordine.

Sono stati fatti paragoni con i Subsonica per le sonorità utilizzate, ma ascoltando bene i campionamenti di percussioni improvvisate, fruscii registrati chissà dove e bassi tosti, non possono non tornare alla mente i Chemical Brothers di Surrender (l'album con Hey Boy Hey Girl, per intenderci).

Sui testi niente da eccepire. Per chi non è fatto di pietra, appaiono subito i due lati della medaglia: Cosmo felice (in Cosmotronic moltissime sono le immagini di serate in discoteca, è stato il pernio di L'ultima festa), Cosmo in mood calante (a casa, con una sconosciuta a letto, immerso nei ricordi dell'infanzia, combattendo con una storia finita male stile "potremmo odiarci senza litigare / o fare finta").

"Questo è un pezzo cattivo", mi ha detto un'amica parlando di Tutto bene. A pensarci bene ha ragione. Si soffre ma con liberazione, la scrittura vissuta come prima forma di terapia potrebbe risalire fin dai tempi dell'Antico Testamento. Cosmo lo sa, non ha paura di parlare del sesso e del mondo volgare in Animali, non teme di esporsi troppo in Quando ho incontrato te. Questi quadretti racchiudono un universo attualissimo, che potrebbe parlare a chiunque tra i 20 e i 40 anni in Italia o in Europa.

Così questo doppio disco, nella prima parte fatto di flussi comunque incanalati dentro la forma canzone, nonostante tutte le licenze che Cosmo giustamente si prende. La seconda parte si abbandona alla techno vera e propria. Su questo si aggancia il live omonimo, definito un "vero e proprio party itinerante" che ospiterà ogni volta un dj special guest.

Può non piacere lo stile musicale ma non possono non piacere le canzoni. Cosmo ha il dono che aveva Battisti, con le parole di Mogol, di catalizzare un momento e renderlo paradossalmente eterno anche per generazioni diverse dalla propria e da quelle a cui si rivolge. I raffronti con Franco Battiato reggono poco, meglio il faccia a faccia con gli Amari: per fortuna Cosmo è più 'appetibile' anche per il grande pubblico.

Elia Billero

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