Nel 2017 diminuiscono le richieste di credito delle aziende in Toscana: -6,2%

Dopo un 2016 che aveva fatto segnare una performance positiva, con una crescita pari a +5,1% rispetto all’anno precedente, la rilevazione di CRIF relativa all’intero 2017 mostra un ripiegamento del numero di richieste di valutazione e rivalutazione dei crediti presentate dalle imprese italiane, che fanno complessivamente segnare un -2,5% rispetto al 2016.

Nello specifico, è proseguito anche nell’ultimo trimestre dell’anno il trend negativo già rilevato nei precedenti periodi di osservazione, con una contrazione in egual misura sia per il comparto delle società di capitali (-5,0%) sia per quello delle imprese individuali (-4,7%).

Questa la principale evidenza contenuta che emerge dall’ultima analisi effettuata da CRIF sulla base del patrimonio informativo di EURISC - il Sistema di Informazioni Creditizie, che raccoglie i dati relativi a oltre 85 milioni di posizioni creditizie, di cui oltre 9 milioni riconducibili a imprese.

La situazione in Toscana

Per quanto riguarda la Toscana, nel 2017 il numero di richieste di valutazione e rivalutazione dei crediti da parte delle imprese ha subito una flessione pari a -6,2% rispetto all’anno precedente.

Al livello provinciale si registra un calo generalizzato: Massa e Pisa si contraddistinguono per la contrazione più contenuta, rispettivamente pari a -1,9% e -3,4%, mentre a Firenze la flessione è stata del -5,7%. Le altre province hanno fatto segnare una variazione ancor più marcata, con il primato negativo che spetta alla provincia di Grosseto (-15,3%), seguita da vicino da Arezzo (-12,9%).

La dinamica in atto va però interpretata tenendo conto della significativa contrazione delle richieste di rivalutazione dei vecchi rapporti di credito mentre, nel complesso, si registra una buona tenuta dei nuovi crediti richiesti dalle imprese seppur con differenze non trascurabili tra i diversi territori e settori.

Province Variazione % interrogazioni

(2017 vs 2016)

AREZZO -12,9%
FIRENZE -5,7%
GROSSETO -15,9%
LIVORNO -3,6%
LUCCA -3,7%
MASSA -1,9%
PISA -3,7%
PISTOIA -4,2%
PRATO -5,9%
SIENA -3,4%
TOT. TOSCANA -6,2%
TOT. ITALIA -2,5%

Fonte: EURISC – Il Sistema CRIF di Informazioni Creditizie

 

Per quanto riguarda l’importo medio richiesto dalle imprese, invece, con 75.542 Euro la Toscana si posiziona poco sopra la media nazionale.

La provincia di Arezzo si colloca in vetta alla classifica regionale, distaccando notevolmente tutte le altre province, con un importo medio richiesto pari a 130.682 Euro. A Firenze le imprese hanno richiesto prestiti in media per 62.986 Euro mentre l’ultima posizione in regione va a Massa-Carrara con un valore medio di 46.101 Euro.

Questa disomogeneità potrebbe derivare, oltre che dalla particolare struttura del tessuto imprenditoriale dei singoli territori, anche dall’accentuazione della tendenza a frazionare maggiormente le richieste di credito. Nel complesso, le dinamiche rilevate a livello di singoli territori potrebbero essere influenzate da molteplici fattori, che non sono stati oggetto di approfondimento nello studio.

Province Importo Medio (in euro)

2017

AREZZO 130.682
FIRENZE 62.986
GROSSETO 63.826
LIVORNO 83.511
LUCCA 64.399
MASSA 46.101
PISA 80.388
PISTOIA 55.655
PRATO 99.840
SIENA 73.630
TOT. TOSCANA 75.542
TOT. ITALIA 72.737

Fonte: EURISC – Il Sistema CRIF di Informazioni Creditizie

 

“Il 2017 si è chiuso con una performance inferiore alle aspettative relativamente alle richieste di credito da parte delle imprese, nonostante gli stimoli introdotti per rafforzare il tessuto imprenditoriale del Paese e gli incentivi previsti dal Piano Nazionale Industria 4.0. Va però segnalato come, da analisi qualitative che abbiamo condotto, il risultato sembra essere influenzato prevalentemente dal ridimensionamento delle richieste di rivalutazione, non completamente compensate dalla maggiore vivacità delle richieste di nuovo credito - commenta Simone Capecchi, Executive Director di CRIF. – Per l’anno corrente riteniamo che il progressivo consolidamento del quadro macro-economico, che si sta riflettendo positivamente anche sul miglioramento degli indicatori di rischiosità delle imprese, possa dare ulteriore slancio all’intero comparto”.

“Nel complesso il canale bancario resta centrale nelle politiche di finanziamento del sistema industriale italiano. Per sostenere le esigenze del mercato, oggi le aziende di credito possono sfruttare il patrimonio informativo disponibile su imprese e territori per sviluppare indicatori predittivi e benchmark settoriali sempre più performanti, integrandoli all’interno dei propri sistemi di valutazione per mettere a punto offerte mirate” – conclude Capecchi.

Fonte: Ufficio Stampa

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