Questo 'paracadute' s'ha da prendere. Sarà suonato così il diktat del Partito Democratico a Roberto Giachetti, vicepresidente della Camera dei Deputati e membro della segreteria nazionale Dem, il quale è stato candidato a sorpresa nel collegio uninominale di Sesto Fiorentino. Un collegio 'blindato', considerato sicuro, ben più facile di quello in cui Giachetti avrebbe voluto contendersi il posto in parlamento, ossia quello 10 di Roma.
La volontà di rinunciare al 'paracadute' (ossia la candidatura nei collegi plurinominali con liste bloccate) era stata fatta dallo stesso Roberto Giachetti in un lungo post su facebook in cui scriveva: "Quel paracadute sarebbe per me un vestito sgualcito e stretto, un trapianto di pelle, un cibo avariato. Non lo voglio. Non voglio essere un tappo. [...] Rinuncio al plurinominale. Rinuncio al paracadute. Lo so: a guardare i risultati delle precedenti elezioni non ho molte chances. Il collegio 10 è di quelli persi. Ma io ci credo. Se vogliamo cambiare le cose dobbiamo metterci in gioco, dobbiamo osare, dobbiamo crederci. Io ci credo e so che ce la possiamo fare".
Purtroppo quel collegio era la pedina di scambio nella pirotecnica recherche di una coalizione a cui costringe la nuova legge elettorale: quel collegio era stato infatti promesso ai radicali come condicio sine qua non dell'alleanza, dunque troppo importante perché una considerazione morale possa cambiare le carte in tavola.
Insomma il post di Giachetti è stato un po' affrettato e il suo 'beau geste' si è trasformato in una brutta figura: in tanti hanno avviato una polemica dopo aver visto il suo nome nel collegio di Sesto Fiorentino, considerato troppo sicuro per mettere in dubbio il suo posto alla Camera.
Tutto ciò ha costretto lo stesso Giachetti a fare un altro post sul suo profilo facebook in cui spiega le ragioni della 'candidatura toscana', che è ben riassumibile in tre parole: ordini dall'alto. Ci si è dovuti arrendere alla vecchia logica di partito e dopotutto, considerato i venti di discordia che soffiano nel partito, è certo Renzi avrebbe mal digerito di vedere escluso un renziano di ferro come Giachetti da Montecitorio.
"Ho appreso solo nella tarda mattinata di ieri - scrive Roberto Giachetti - che quel collegio, che nei giorni scorsi sulla stampa era indicato come il collegio destinato a me, era stato inserito nell’accordo con i radicali. Per tutto il giorno, insistentemente, mi è stato chiesto di rivedere la mia scelta di rinunciare al paracadute plurinominale. Ho trascorso tutta la giornata a spiegare che non volevo stare nel plurinominale e che chiedevo di trovare una soluzione diversa per i radicali con Magi, ma mi è stato detto che saltando quel collegio sarebbe saltato l’accordo"
La scelta morale di Giachetti, rinunciare a ciò che gli era garantito, è stata quindi salvaguardata: "Ho sentito nel pomeriggio di ieri Renzi, al quale ho ribadito la mia posizione ed al quale ho chiaramente detto: decidi tu, l’unica cosa certa è che io il plurinominale non lo voglio. Ho [..] almeno ottenuto che la parte sostanziale della mia richiesta fosse salvaguardata: voglio misurarmi in un collegio e vincerlo, per tornare in Parlamento". È pur vero che correre nel collegio di Sesto Fiorentino ha un valore politico ben diverso che quello del collegio romano considerato "già perso". Insomma il salto nel vuoto ci sarà e sarà senza paracadute, ma probabilmente senza neanche il decollo.
IL POST SU FACEBOOK Di ROBERTO GIACHETTI
Fonte: Giovanni Mennillo
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