Sottosegretario Toccafondi: “Allunghiamo il treno della memoria, valore educativo"

La mobilitazione delle scuole toscane per non dimenticare la barbarie fascista e nazista contro le persone di religione ebraica mi riempe di orgoglio. Siamo in prima fila da tanti anni e grazie alle istituzioni (Regioni, Comuni e province) e a insegnanti, studenti e famiglie abbiamo in un certo senso trovato un modo per non far disperdere nel tempo il ricordo del male che fu fatto a tanti nostri concittadini. Del resto non possiamo dimenticare che proprio in Toscana, a Villa del Gombo, nella tenuta di San Rossore 80 anni fa il re Vittorio Emanuele III firmò la prima delle varie leggi razziste scritte dal regime fascista del governo Mussolini.” E' quanto dichiarato da Gabriele Toccafondi, sottosegretario all'istruzione e esponente di Civica Popolare in occasione del Giorno della Memoria del 27 gennaio.

“Fu col “Regio decreto n. 1381 - Provvedimenti nei confronti degli ebrei stranieri” che infatti prese avvio la persecuzione nei confronti degli ebrei che portò, poi, alla deportazione e allo sterminio di migliaia di persone. Non dimenticare quindi non solo è doveroso ma anche salutare perché, ancora oggi c'è chi non esita a parlare di razza e a porre distinzioni biologiche fra essere umani proprio come facevano i fascisti e i nazisti. La memoria è una pianta che va innaffiata continuamente e i viaggi che le istituzioni toscane e le scuole organizzano nei campi di sterminio rappresentano una linfa vitale per non far coprire dall'oblio (o peggio ancora dalle teorie negazioniste) gli orrori del nostro passato. Però il tempo scorre inesorabile e oramai dei pochi sopravvissuti a quel genocidio ne rimangono sempre meno. Ci sono ancora poche persone come Liliana Segre neo-senatrice a vita (anche in questo caso il Presidente Mattarella ci ha fornito uno splendido esempio di lungimiranza) che possono raccontare quello che hanno visto fare ai propri familiari e farci capire ciò che hanno subito sulla propria pelle. Per questo – conclude Toccafondi - bisogna iniziare a costruire nuovi testimoni a cui i giovani di allora possano passare la staffetta e far diventare quella memoria un patrimonio totalmente condiviso. In questo senso ritengo che sarebbe una scelta giusta far diventare le visite ai campi di concentramento e gli incontri con i sopravvissuti un momento didattico obbligatorio da inserire nei programmi scolastici (e quindi da finanziare adeguatamente) di chi è all'ultimo anno delle scuole secondarie superiori. Dobbiamo trovare il modo, cioè, di allungare e non far fermare mai quel treno della memoria.”

Fonte: Ufficio Stampa

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