Cooperazione allo sviluppo, la Toscana rappresenta le Regioni a Roma nella conferenza nazionale

La cooperazione allo sviluppo è al centro dei lavori della due giorni promossa dalla Farnesina e iniziata stamani, 24 gennaio, nell'auditorium del Parco della musica. A parlare a nome delle Regioni, sottolineando il valore aggiunto che i territori e la cooperazione dei territori può dare, è stata la vice presidente della Toscana, che ha ricordato anche il ruolo dell'istruzione universitaria.

L'appuntamento era atteso: un momento di sintesi, ma anche un nuovo punto di partenza. L'ultima conferenza nazionale sulla cooperazione allo sviluppo risaliva al 2012 e nel mezzo molto è successo: l'acuirsi delle migrazioni, la condizione dei migranti in Libia. Non a caso il leitmotiv della conferenza è "aiutiamoci insieme".

La cooperazione dei territori, ha ricordato la vice presidente toscana, non è in Italia un fatto residuale. Ed è in linea con le priorità nazionali ed europee, sia nella scelta dei quadranti geografici che nei temi. Sono 500 i progetti in corso o appena conclusi dal 2014 e oltre 118 milioni di euro le risorse pubbliche in gioco, con il 48 per cento delle iniziative concentrate in Africa.

Nel sottolineare il valore aggiunto dei territori sul sistema nazionale della cooperazione la Regione Toscana ha portato tre argomenti. Il primo riguarda la vicinanza delle autorità regionale e locali ai cittadini, la capacità di attivare tutti gli attori chiave, dalle imprese alla società civile al mondo della ricerca, e l'esperienza di decentramento, di cui spesso nei paesi in via di sviluppo c'è poca conoscenza e molto bisogno. La Toscana lavora da anni in Africa e nel Mediterraneo a far funzionare ospedali e centri di primo soccorso, a formare medici e personale paramedico. In Tunisia , l'unico paese Mediterraneo che sta faticosamente portando avanti l'esperienza innovatrice delle primavere arabe, è presente con continuità dal 2012, sostenendo i costituenti tunisini per nell'introduzione del decentramento nella nuova costituzione. In Senegal e Burkina Faso ha contribuito alla nascita di strutture di concertazione tra Regioni, Municipalità e Società Civile. In Sud Africa ha operato per anni a fianco delle amministrazioni locali nella messa punto e nella fornitura di servizi pubblici locali.

C'è poi il tema dei rifugiati e migranti. L'Italia li ha accolti generosamente e la Toscana pure. L'obiettivo è valorizzare il loro doppio ruolo favorendo concrete esperienze di cosviluppo ma anche sviluppare un'alleanza strategica a livello nazionale. L'ultimo argomento proposto passa dall'Agenda 2030 delle Nazioni Unite, che ha la giusta ambizione di essere un'agenda "della gente, per la gente e fatta dalla gente" . Per farlo occorre che sia assicurata la sua implementazione a livello locale e quindi il coinvolgimento degli attori dei territori, dalle istituzioni locali alla società civile.

Nei Paesi OCSE in media più del 30% della spesa pubblica e circa il 70% degli investimenti pubblici sono gestiti a livello sub-statale. La Regione Toscana ha intrapreso da qualche mese una riflessione ed ha chiesto di condividere come ‘sistema paese ' le sfide dell'agenda, oltre a riconoscere il valore aggiunto del ruolo delle Regioni per una programmazione strategica congiunta.

Fonte: Giunta Regionale

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