La contrazione dei livelli occupazionali dovuta alla crisi economica degli anni passati ha avuto un effetto anche sul sistema dei professionisti in Toscana, che hanno continuato a crescere sotto il profilo numerico, ma hanno visto ridursi i redditi medi, mentre l’accesso alla professione e la giusta remuneratività si sono fatti sempre più difficili da raggiungere per i giovani. Professionisti che devono fare i conti peraltro con un dilagare della liberalizzazione che rischia di ridurre la qualità delle prestazioni richieste e offerte e quindi la tutela del cittadino, aprendo a chi non ha le adeguate competenze.
Servono dunque misure atte a favorire la competitività dei professionisti, che in Toscana rappresentano il 10% della forza lavoro, contro una media nazionale che si aggira attorno al 5%. Così come c’è assoluto bisogno di ribadire l’importanza della nuova legge sull’equo compenso, perché non ci si limiti a prendere in considerazione l’aspetto economico dell’offerta in occasione dei bandi, puntando al ribasso del costo, ma si valuti il livello delle prestazioni.
Di questo si è parlato tra l’altro nel convegno “Le professioni intellettuali in Toscana”, organizzato al Teatro della Compagnia di Firenze dalla Regione Toscana, a cui hanno partecipato il presidente della Regione Enrico Rossi e per Confprofessioni il tesoriere nazionale delegato alla territorialità Marco Natali. Presente in sala anche la giunta di Confprofessioni Toscana con il presidente Ivo Liserani. Nell’occasione si sono anche illustrate le misure contenute dalla Legge regionale 73/2008 sulle libere professioni e si è evidenziato come la Toscana abbia fatto da apripista in questo senso, creando strumenti atti a finanziare i professionisti, con contributi finalizzati all’avvio di nuovi studi e prestiti per i praticanti.
Fonte: Ufficio Stampa
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