È scomparso alle 20.30 di oggi, mercoledì 17 gennaio, Vittoriano Bitossi, storico patron della Colorobbia di Monteluipo Fiorentino e Sovigliana (Vinci), insignito negli anni delle onorificenze di Cavaliere del lavoro (nel 1998) e commendatore (2014). Aveva 94 anni.
A suo nome nel 2008 era stata creata la fondazione Vittoriano Bitossi per l'arte ceramica e l'industria chimica, per valorizzare la cultura, la ricerca storica e scientifica in merito ai manufatti simbolo dell'azienda. La sede è quella dove un tempo nacque la manifattura “Maioliche Artistiche Guido Bitossi” fondata dal padre Guido Bitossi nel 1921. La collezione storica conta 7.000 tra ceramiche, documenti, fotografie, progetti e attrezzature, databili dagli anni '40 del Novecento a oggi.
Terzo di quattro fratelli (Mario, Marcello, Vittoriano e Carlo), vide morire prematuramente il padre a 14 anni. La madre prese il controllo della manifattura, già con la proiezione internazionale in Europa e in America.
Si susseguì le difficoltà della gestione dell'azienda e poi la guerra. Nel 1940 in seguito al richiamo alle armi dei due fratelli maggiori, a 17 anni, è costretto a interrompere gli studi e ad assumere la piena responsabilità imprenditoriale dell’azienda. Riesce a superare le difficoltà finanziarie e ne avvia il risanamento. Con iniziative coraggiose trasforma gradualmente l’impresa di famiglia, aggregando alla manifattura ceramica un insieme di produzioni di materie prime essenziali al settore ceramico".
La manifattura durante la guerra di Liberazione divenne produttore di smalti e colori ceramici, il salto di qualità che permette di sopravvivere rispetto agli altri concorrenti, che avevano visto anche le loro industrie bombardate.
Le intuizioni di Bitossi, la gestione oculata dell'azienda, il lavoro portato avanti con il ceramista Aldo Londi, lo scultore Bruno Bagnoli, Remo Buti, Alvino Bagni e l'architetto Ettore Sottsass, permetterà al Colorificio Ceramico Della Robbia, poi diventata Colorobbia nel 1947, di diventare il gigante dell'industria attuale. Tra i punti cardini del suo lavoro, c'erano la ricerca e la scuola, che ha sempre portato avanti e che hanno permesso di scavalcare la concorrenza.
La tradizione di famiglia cominciata nel 1871 si è tramandata fino a oggi con grande successo. Negli ultimi anni si è dedicato al favorire la ricerca delle radici della comunità di Montelupo e della sua famiglia, con origini risalenti al '500, con l'opera della Fondazione.
Ma la grandezza del personaggio la possiamo rilevare anche da altre parole, sempre dette da Bitossi. In un'intervista del 1979 al giornale locale 'I'Boccale', alla domanda "Cos’è per lei la ricchezza?", Bitossi rispose: "A me è servita soltanto per investire di nuovo, per potenziare le mie ditte. Non l’ho mai usata per speculare. I soldi sono utili innanzitutto per migliorare la qualità e la produttività, poi per rendere umanamente accettabile ‘ambiente di lavoro. Non ho mai atto della ricchezza uno scudo per la posizione sociale. Mai". Un esempio di come funzionava il rapporto all'interno delle aziende del gruppo.
Lascia i due figli, Marco e Cinzia, e i nipoti. La camera ardente sarà allestita a partire dalle 15 di giovedì 18 gennaio nella sede della storica fabbrica di Samminiatello 'Bitossi Ceramiche'.
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