La selezione pubblica messa in atto per la scelta del direttore del settore Diritti di cittadinanza e coesione sociale della Regione Toscana è in ossequio a una consolidata prassi e risponde a criteri di trasparenza, ma non è vincolante. Il presidente della Regione può decidere liberamente e scegliere anche al di fuori della rosa delle candidature presentate. È l’assessora regionale alla salute a rispondere in Aula a due interrogazioni presentate, una da Andrea Quartini e l’altra da Giovanni Donzelli, sull’annuncio anticipato della nomina di Monica Calamai alla direzione regionale di quel settore. L’assessora cita il testo unico sull’organizzazione del personale: i direttori delle Direzioni di Giunta possono essere scelti oltre che tra i dirigenti regionali anche tra soggetti esterni, purché dotati di professionalità adeguata e purché abbiano svolto incarichi dirigenziali per almeno cinque anni in enti o aziende pubblici o privati. Il presidente ha piena facoltà di scegliere liberamente e non è tenuto a dare motivazione nel merito della sua decisione. Ogni considerazione manifestata legittimamente in itinere, anche pubblicamente, ha proseguito l’assessora, non è in alcun modo vincolante, né inficia la validità del procedimento. È lo stesso presidente della Regione a concludere la procedura, nominando il candidato più idoneo.
Per il consigliere Andrea Quartini, che si è dichiarato assolutamente insoddisfatto, la risposta in Aula rende evidente un arrampicarsi sugli specchi. Il consigliere ha fatto riferimento all’avviso pubblico e alla domanda neppure presentata dalla Calamai. Ogni principio di trasparenza è saltato, ha affermato il consigliere, che ha definito inaccettabile tale modo di gestire la cosa pubblica e ha chiesto un gesto di umiltà al presidente della Regione, con il ritiro dell’attuale avviso e la pubblicazione di uno nuovo.
Anche il consigliere Donzelli ha espresso in aula tutta l’insoddisfazione per una risposta che ha riguardato solo il primo dei tre quesiti posti con la sua interrogazione. In attesa di sapere se quanto fatto dalla Giunta in questo caso sia legale, ha sostenuto Donzelli, sicuramente si può già definire indecoroso, perché ha fatto perdere del tempo a coloro che hanno presentato la domanda. Meglio sarebbe stato, ha proseguito il consigliere, dire la verità, ammettere che l’informazione è scappata di mano e scusarsi. Invece si è scelto di sostenere una posizione poco rispettosa dei cittadini toscani. Poi, restano aperte le questioni poste dalle altre due domande, ha aggiunto Donzelli: sull’opportunità della scelta di nominare la Calamai, da escludere, secondo il consigliere, in considerazione della sua condotta come direttore generale dell’Unità ospedaliera di Careggi, in particolare nel caso Carini, e sulla persistenza della fiducia del presidente della Regione nei confronti del suo assessore alla sanità.
Fonte: Toscana Consiglio Regionale
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