In Toscana quasi 9 specialità Dop e Igp su 10 nascono nei territori dei piccoli comuni raccontandone la storia e l’origine anche attraverso il nome come ad esempio l’Olio di Seggiano. Domani Coldiretti e Symbolia presentano a Roma lo studio su “Piccoli comuni e tipicità” in occasione dell’apertura dell’anno nazionale del cibo italiano nel mondo per raccontare un patrimonio enogastronomico di assoluto rilievo.
“Questa iniziativa vuole far conoscere le specialità territoriali conservate da generazioni e generazioni negli angoli più remoti del nostro Paese – ha detto Tulio Marcelli, presidente di Coldiretti Toscana -. Una risorsa del Paese, custodita fuori dai tradizionali circuiti turistici, che potrà ora essere finalmente tutelata e promossa grazie alla nuova legge n.158/17 che contiene misure per il sostegno e la valorizzazione dei piccoli comuni”.
Solo in Toscana sono ben 124 su 276 totali, i comuni al di sotto dei 5 mila abitanti (praticamente mezza regione, senza contare i molti poco al di sopra). 80 dei 124 sono addirittura al di sotto dei 3 mila abitanti. Ci sono anche comuni con meno di mille abitanti e in gran parte si trovano in Lunigiana e Garfagnana, ma anche in Alto Mugello, Valtiberina, Amiata e nei territori collinari a sud della regione. Molti di questi paesi versano in situazioni di graduale impoverimento, arrivando al rischio di estinzione a causa del conseguente abbandono da parte dei propri cittadini.
“Questi piccoli centri hanno prodotto nei secoli un patrimonio straordinario di beni culturali ed ambientali, abilità manifatturiere, saperi e sapori, soprattutto da parte del mondo agricolo – ha detto Antonio De Concilio, direttore di Coldiretti Toscana - che oggi appaiono poco competitive da un punto di visto economico. Mentre con tutta evidenza – continua De Concilio - la manutenzione del territorio, minacciata proprio dalla spopolamento, il turismo rurale e naturalistico, l'agricoltura di qualità, i prodotti Dop e Igp, l'artigianato ed il commercio possono fornire gli strumenti più adeguati per investire su queste aree”.
Fonte: Coldiretti - Ufficio Stampa
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