Due aziende del comparto tessile e una dell’innovazione tecnologica. Si tratta di Lyria, Bartolini srl e Macoev, i cui nomi sono entrati a far parte dell’albo d’oro del Premio Santo Stefano, giunto quest’anno alla quindicesima edizione. L’annuncio è stato dato dal vescovo Giovanni Nerbini al termine del solenne pontificale celebrato nella cattedrale di Prato in occasione della festa del patrono della città.
La terna dei vincitori è stata scelta dal comitato promotore del premio, formato da Diocesi, Comune e Provincia di Prato, Comune di Montemurlo, Fondazione Cassa di Risparmio e Camera di Commercio. Il riconoscimento, chiamato anche Stefanino d’oro, è stato voluto dalle istituzioni cittadine per rendere onore a quelle realtà imprenditoriali del distretto pratese capaci di avere successo nel pieno rispetto dei diritti dei lavoratori e delle regole della concorrenza.
"È davvero una boccata d’ossigeno ed una gioia sottolineare per una volta le eccellenze che si sono distinte per un complesso di caratteristiche particolarmente felici – ha detto il vescovo Nerbini –, per una volontà deliberata di voler produrre e creare curando i rapporti umani interni, rispettando l’ambiente, incrementando la ricerca e, ed è in questo momento fondamentale sottolinearlo, mettendo al primo posto la sicurezza dei lavoratori. Abbiamo dovuto commentare a più riprese i fatti drammatici di queste ultime settimane segno che non si sta facendo ancora quanto necessario in questo ambito" ha aggiunto ricordando anche l’incidente avvenuto nello stabilimento Eni di Calenzano, costato la vita a cinque persone.
Ecco le brevi motivazioni formulate dal Comitato promotore e espresse dal Vescovo al momento della proclamazione delle aziende vincitrici:
LYRIA. Azienda tessile che attraverso l’ingegno, la ricerca e grande passione per il lavoro, riesce a creare tessuti per alcuni tra i più influenti stilisti del mondo della moda. Coniugando tradizione ed innovazione ha fatto della creatività il caposaldo della propria produzione con grande attenzione verso l’impatto ambientale del prodotto aziendale.
BARTOLINI SRL. Azienda della produzione di maglieria che valorizza il prodotto italiano dalla campionatura fino alla distribuzione, guidata dai valori della innovazione, creatività e rispetto. Attraverso la grande attenzione alla formazione, inclusione e investimenti verso la sostenibilità ambientale ha saputo rappresentare l’essenza del lavoro pratese nel mercato globale.
MACOEV. Innovazione, efficienza e crescita sono i valori che guidano questa giovanissima azienda nel campo delle soluzioni digitali per le imprese. Attraverso l’attenzione meticolosa delle esigenze dei propri clienti, Macoev sa attestarsi in una crescita costante in un mondo di continui cambiamenti tecnologici. Senza mai perdere di vista la dimensione umana, la parità di genere e l’inclusione delle persone svantaggiate, coniuga il virtuale con il mondo reale delle relazioni umane più autentiche.
In quindici edizioni il Premio è andato a 54 aziende del distretto produttivo di Prato. Di queste, 35 sono del comparto tessile, mentre le altre sono impegnate in diversi settori: alimentare, edile, elettronica e hi-tech, cosmetico e meccanico. Lo scorso anno il riconoscimento è andato a Signo srl, Pecci Filati, Rifinizione Penny e Linsieme Filati.
I cittadini possono candidare via web, attraverso il sito della diocesi, una azienda per il Premio Santo Stefano. Per farlo occorre descrivere i principali punti di eccellenza dell’impresa tenendo conto delle motivazioni del Premio: eticità, ricerca, innovazione, rispetto delle regole, della concorrenza e dei diritti dei lavoratori.
La cerimonia di consegna degli Stefanini si terrà sabato primo febbraio nell’auditorium della Camera di Commercio. Ogni anno i premi vengono assegnati da un comitato composto dai promotori dell’iniziativa: Diocesi, Comune e Provincia di Prato, Comune di Montemurlo, Camera di Commercio di Pistoia e Prato, Fondazione Cassa di Risparmio di Prato.
Le parole del vescovo Giovanni Nerbini nel giorno del patrono Santo Stefano
Ha invitato Prato ad avere «un cuore ascoltante», come quello del patrono Santo Stefano, uomo che si è lasciato toccare da Dio, che «parla e agisce nell’interesse di tutti, a servizio della verità». Questa mattina in cattedrale il vescovo Giovanni Nerbini ha presieduto il solenne pontificale nel giorno della festa patronale della città. Hanno concelebrato cinquanta sacerdoti del clero diocesano davanti una chiesa piena di fedeli, che anche quest’anno non hanno rinunciato a partecipare alla messa del 26 dicembre, nella quale la comunità pratese si riunisce e rende omaggio alla reliquia del sasso di Santo Stefano, che la tradizione indica essere uno di quelli che hanno ucciso il primo martire della storia cristiana. In prima fila le autorità cittadine, con la sindaca Ilaria Bugetti, il presidente della Provincia Simone Calamai e i rappresentanti dei Comuni del territorio pratese. Presenti anche l’onorevole Erica Mazzetti e il consigliere regionale Marco Martini.
Nell’omelia il vescovo Nerbini ha incoraggiato la città, in tutte le sue componenti, a sostenere i giovani. «Per ben due volte in questi ultimi mesi ho raccolto lo sfogo preoccupato e amaro di due distinti giovani – ha affermato il Presule – confidenze allarmanti perché segnate entrambe marcatamente dalla paura. Paura di rimanere soli nella vita il primo; paura circa il proprio futuro l’altro. Il presente appare ai nostri ragazzi inquietante, il futuro grigio, privo di sicurezze, carico di preoccupazioni». Poi, rivolgendosi ai presenti ha detto: «possiamo rimanere insensibili e sorvolare su un disagio crescente che riguarda le nuove generazioni e vede minata la loro integrità spirituale, umana, morale e compromettere il loro sviluppo, la formazione di una personalità armonica e positiva, mortificando in loro il desiderio di impegnarsi, di gettarsi nella mischia, ma alimentando quello contrario alla fuga dalla storia con marcata preferenza verso realtà virtuali, rifugi e sogni artificiali? Cosa stiamo facendo di concreto per le generazioni che si affacciano alla vita?».
Le difficoltà dei giovani e quelle delle degli adulti, che non sanno sostenerli, sono dovute al tempo nel quale viviamo, che monsignor Nerbini ricorda essere minato da guerre e crisi economiche. «Non sono la scienza e la tecnica che redimono l’uomo – ha sottolineato –, noi crediamo che è Dio a redimerlo attraverso l’amore». E poi: «Abbiamo bisogno di lasciarci ispirare, di aprirci ad una sapienza che guarda oltre i singoli interessi, i nazionalismi ed i populismi chiusi e bellicosi, per tornare a costruire pazientemente una cultura del dialogo che avvicini uomini e donne di culture tanto diverse, di diverse etnie e religioni. La cultura del dialogo riconosce che tutti hanno voce in capitolo, uno sguardo attento e originale sul mondo che può indicare strade nuove, percorsi virtuosi come si è visto alla conferenza sul clima nel novembre scorso a Baku dove sono state le voci dei piccoli a scuotere la coscienza dei grandi».
Il Giubileo. Una occasione per avere «un cuore ascoltante» ed essere portatori di speranza, è offerta dal Giubileo, iniziato la vigilia di Natale, quando papa Francesco ha aperto la Porta Santa della basilica di San Pietro. «Avere speranza, essere speranza vuol dire vivere ogni attimo della nostra vita in comunione con il cielo e la terra, con gli uomini, le piante, gli animali, con tutti e con tutto senza niente dimenticare, niente disprezzare, niente perdere. Faremo certamente ancora errori, ma saremo già segni vivi di essa», ha concluso il vescovo Giovanni Nerbini.
Domenica 29 dicembre, la Chiesa di Prato, insieme a tutte le diocesi del mondo, celebrerà l’apertura del Giubileo con una messa solenne in cattedrale. La cerimonia è preceduta da una processione che partirà dalla chiesa di San Domenico. L’orario di inizio è alle 16, con la lettura della bolla di indizione dell’Anno santo giubilare.
Premio Santo Stefano, Calamai: "Segno di speranza in un momento di crisi"
Stamani in Duomo a Prato il vescovo Giovanni Nerbini ha annunciato i vincitori del Premio Santo Stefano 2024, un riconoscimento al lavoro etico, rispettoso delle regole e dei diritti. Con piacere anche quest'anno fa parte della terna dei vincitori un'azienda di Montemurlo, Lyria di Riccardo Bruni e Cristina Catani e il Maglificio Bartolini di Prato di Massimo Bartolini che sta completando lo stabilimento produttivo in via dell'industria a Montemurlo (tra l'altro Massimo Bartolini è legato al territorio perché è tra i proprietari del Montemurlo Calcio). Alla messa per il Santo patrono della città di Prato, Santo Stefano, durante la quale sono stati diffusi i nomi dei vincitori, erano presenti il sindaco Simone Calamai - nella sua doppia veste di presidente della Provincia di Prato - e l'assessore alla promozione del territorio di Montemurlo Giuseppe Forastiero. "In un momento di crisi per il nostro manifatturiero, il premio Santo Stefano è un segno di speranza e un incoraggiamento a tutte le imprese del nostro distretto che, sono certo, con il lavoro e il sostegno delle istituzioni, sapranno superare anche questa empasse - ha detto il sindaco Calamai. Conosco personalmente i titolari di Lyria, Riccardo e Cristina, e Massimo Bartolini e sono felice che venga premiato il loro impegno, il loro coraggio, la loro tenacia e la loro capacità di guardare oltre le difficoltà. Attraverso il premio Santo Stefano vorrei dire grazie a tutte le aziende, agli imprenditori e alle imprenditrici del nostro distretto che ogni giorno, con il loro lavoro, creano benessere e prospettive di crescita per le nostre comunità. Spero davvero che si possa uscire presto da questa situazione e che si torni a lavorare con maggiore serenità".
Fonte: Diocesi di Prato
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