Esplosione Calenzano: ditta stava facendo manutenzioni, si indaga su possibile inosservanza delle procedure

La procura di Prato ha disposto perquisizioni nel deposito Eni di Calenzano e presso una ditta di Potenza dopo l’esplosione che ha causato cinque morti, tra cui due tecnici lucani e tre autisti. I reati ipotizzati sono omicidio colposo, disastro e omissione dolosa di cautele contro infortuni sul lavoro.

Secondo le ipotesi riportate questa mattina da La Repubblica, nell'area dell'incidente si stavano effettuando alcuni interventi di manutenzione e messa "in sicurezza una linea benzina dismessa da anni": ci sarebbe stata una "fuoriuscita di carburante" e si ipotizza possa essere stata dovuta "alla inosservanza delle procedure previste", questo emergerebbe dal decreto di perquisizione citato da Repubblica. Da quanto appreso la procura sta quindi indagando sulle modalità della manutenzione riguardo all'innesco dell'esplosione: agli inquirenti risulterebbe che, sul luogo dove veniva eseguita la manutenzione straordinaria, ci fosse un guasto che causava un malfunzionamento da alcuni anni.

La Repubblica riferisce anche che alcuni mesi fa uno dei deceduti, Vincenzo Martinelli, avrebbe segnalato alcune anomalie in una lettera alla sua azienda e sarebbe anche stato richiamato per non aver voluto svolgere alcuni compiti.

I Carabinieri del Comando provinciale di Potenza hanno effettuato una perquisizione di quasi dieci ore nello stabilimento delal ditta di Potenza. I militari hanno acquisito vari documenti, inclusi quelli sulla trasferta dei lavoratori.

Le indagini della procura di Prato sull'esplosione al deposito Eni di Calenzano hanno escluso la presenza di esplosivo e quindi l'ipotesi di un eventuale sabotaggio.

L’intero deposito Eni di Calenzano è stato posto sotto sequestro dalla procura di Prato. Il sequestro servirà per condurre le indagini tecniche. Eni ha chiesto di intervenire per smaltire acque potenzialmente inquinanti, ma tutte le attività di approvvigionamento, stoccaggio e distribuzione di carburante resteranno sospese fino a nuovo ordine.

Operatore avrebbe dato l'allarme

Secondo la procura di Prato, un operatore del deposito Eni di Calenzano avrebbe segnalato un'anomalia nell’area delle pensiline di carico alle 10:21:30, poco prima dell’esplosione. Dopo aver dato l’allarme, si è allontanato mettendosi in salvo. La testimonianza è stata confermata dal procuratore Luca Tescaroli nelle prime fasi dell'inchiesta sull’incidente.

Perquisizioni in più sedi ENI

La procura di Prato ha eseguito perquisizioni in diverse sedi italiane di Eni nelle 48 ore successive all’esplosione del 9 dicembre al deposito di Calenzano. Le indagini puntano a raccogliere documenti relativi alla gestione del sito, all’affidamento dell’incarico di manutenzione straordinaria alla ditta esterna e allo stato degli impianti coinvolti nello scoppio.

Nel frattempo, l'azienda a cui era stata affidata la manutenzione, la Sergen Srl, ha rilasciato una dichiarazione esprimendo profondo cordoglio per la morte dei lavoratori. La società ha manifestato vicinanza alle famiglie delle vittime e delle altre persone coinvolte e si è detta "pienamente fiduciosa nell'operato della Magistratura, ha prestato e presterà collaborazione all'Autorità giudiziaria per l'accertamento dei fatti"

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