“Senza alcuna modifica il piano industriale di Beko rimane inaccettabile e ha fatto bene il Governo, attraverso le parole del Ministro Adolfo Urso, a ribadire tale concetto. È necessario insistere con tutte le azioni possibili affinché siano tutelati lavoratori e famiglie”. Così il vicesindaco del Comune di Siena, Michele Capitani, commenta l’incontro sulla vertenza Beko che si è svolto oggi, martedì 10 dicembre, a Roma presso la sede del Ministero delle Imprese e del Made in Italy.
“Da parte dell’amministrazione comunale di Siena – spiega Capitani – ho sottolineato la necessità di proseguire in una serrata trattativa con i vertici dell’azienda che coinvolga tutti gli attori in causa e tenga insieme tutte le varie istanze che arrivano dagli stabilimenti per cui è stata ipotizzata la chiusura, pur tenendo conto delle peculiarità di ogni territorio. Siena, in questo senso, si trova in una posizione di debolezza non facile per le criticità che ben conosciamo e che derivano da anni di scelte sbagliate, a partire dalla questione immobiliare che investe il sito di viale Toselli, per proseguire con quella delle infrastrutture che rendono il territorio meno attrattivo o con quella legata all’indotto. La fabbrica senese non deve, però, essere penalizzata in termini di risorse necessarie per far ripartire il sito: anzi, proprio le sue peculiarità richiedono uno sforzo maggiore a fronte di una vicenda che ha risvolti drammatici per l’occupazione a Siena e nei comuni limitrofi. I mancati investimenti arrivano da lontano, come ha ripercorso il Ministro citando i marchi Merloni e Whirlpool, con risorse ricevute che, per quanto riguarda Siena, non hanno poi avuto reali ricadute sul territorio. Da parte del Comune ribadiamo che l’area dovrà rimanere a vocazione industriale e che Beko debba essere coinvolta direttamente in un processo di re-industrializzazione”.
Fiom: “Piano di dismissione inaccettabile"
“Nell'incontro di oggi al Mimit il ministro, aprendo i lavori dopo un excursus storico sulle società dell'elettrodomestico, ha ribadito che la golden power e le sue deterrenze rimangono un segreto di stato inviolabile.
Sembra un gioco, ma è così. Pertanto in attesa di comprendere quale deterrenza contenga il provvedimento segreto, l'azienda ha ribadito il suo piano di ‘graduale dismissione’, con i medesimi argomenti delle precedenti puntate, evidenziando perdite in milioni di euro a ‘tre cifre’ e che si traducono nei 1.935 esuberi dichiarati, con la chiusura di due siti.
Per la Fiom il piano è inaccettabile e va come tale respinto. Siamo pronti ad una discussione solo se il presupposto di partenza è il rilancio e la salvaguardia dei siti, con chiare missioni produttive, sostenute da investimenti, garantendo un futuro occupazionale ai territori interessati. L'azienda deve presentare un nuovo piano industriale, non può presentarsi tre mesi dopo l'acquisizione e voler dimezzare i dipendenti. Non lo consentiremo.
Il Governo deve passare dagli annunci ad effetto, ad una proposta accompagnata da risorse economiche vere a sostegno anche diretto dell'industria, per concorrere alla sostenibilità nella competizione globale.
la nostra mobilitazione prosegue con lo sciopero di tutta la categoria di domani a Varese e di venerdì a Siena.”
Lo dichiarano in una nota Barbara Tibaldi, segretaria nazionale Fiom-Cgil e Alberto Larghi, coordinatore nazionale per la Fiom-Cgil del settore degli elettrodomestici
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