Gli aggiornamenti di cronaca da Calenzano per la giornata di martedì 10 dicembre
Sono stati trovati i cadaveri di altre due persone a Calenzano e salgono così a cinque le vittime nel deposito Eni dopo la tragica esplosione di ieri, lunedì 9 dicembre. Alle prime ore del 10 di martedì 10 dicembre erano ripresi i lavori delle squadre di soccorso, dei vigili del fuoco e delle forze dell'ordine.
Solamente nella tarda serata di martedì è stato reso noto il nome del primo morto accertato di Calenzano: Vincenzo Martinelli, 51enne originario della Campania di Napoli e residente a Prato dal 1988. Poi a seguire i ritrovamenti e i nomi delle altre vittime.
La pioggia e il meteo non hanno facilitato l'intervento nell'area di carico del deposito dove è avvenuta la prima esplosione, udita fino a decine di chilometri di distanza. A sovrintendere le operazioni sono stati consulenti incaricati dalla procura di Prato che sta indagando.
Trovato anche l'ultimo disperso
Verso le 12.30 di oggi, martedì 10 dicembre, è stato trovato anche il corpo dell'ultimo disperso che ha fatto salire così a cinque le vittime della strage.
È stato anche confermato lo sciopero per l'11 dicembre.
I nomi da Calenzano
Il primo identificato ieri è stato Vincenzo Martinelli. Un'altra vittima è Davide Baronti, 49 anni, nato ad Angera (Novara) e residente in Toscana, a Bientina, anche lui trasportatore: la moglie nella giornata di ieri lo ha cercato, invano, in tutti gli ospedali della Toscana.
Carmelo Corso, altro autista 57enne, originario di Catania che viveva anche lui a Prato, a San Giorgio a Colonica.
Due invece i tecnici arrivati dalla Basilicata per la manutenzione, entrambi 45enni e residenti in provincia di Matera: Giuseppe Cirelli e Gerardo Pepe. Cirielli, 50 anni, già paracadutista della "Folgore", viveva con la compagna e due figli piccoli a Cirigliano (Matera). Pepe, 45 anni, nato in Germania da genitori emigrati, viveva a Sasso di Castalda (Potenza).
Si indaga per omicidio colposo e altro reato
La procura di Prato ha aperto un'inchiesta sull’esplosione al deposito Eni di Calenzano, ipotizzando il reato di omicidio colposo plurimo e almeno un’altra contestazione ancora non resa nota. L’indagine è sotto la giurisdizione della magistratura pratese e coinvolge quattro consulenti esperti e un ausiliario.
Sono stati nominati l’esplosivista Roberto Vassale e il chimico esplosivista Renzo Cabrino, già noti per il loro lavoro sulla strage di Capaci. La procura ha anche incaricato medici legali e richiesto il supporto di carabinieri, Arpat (Agenzia regionale per la protezione ambientale della Toscana) e Asl Toscana centro per individuare responsabilità legate all’incidente.
L’esplosione è avvenuta alla pensilina 6 dell’area di carico. Alle 10:21 e 30 secondi, un operatore ha dato l'allarme, ma pochi secondi dopo si è verificata una deflagrazione seguita da una serie di esplosioni che hanno coinvolto almeno cinque autocisterne. L'esplosione si è verificata mentre era in corso il rifornimento di un'autobotte. Ma la causa della deflagrazione potrebbe non avere a che fare con questa ultima circostanza.
Tre feriti ancora ricoverati
Sono tre le persone coinvolte nell’esplosione avvenuta ieri nel deposito Eni di Calenzano l’indomani mattina ancora ricoverate: uno all’ospedale di Careggi a Firenze in terapia subintensiva e due a Cisanello a Pisa, al centro grandi ustionati di Pisa, entrambi in condizioni molto gravi. Il fortissimo scoppio li ha centrati praticamente in pieno procurando loro anche traumi e fratture perché entrambi sono stati scaraventati a distanza.
Quattro invece degli altri ricoverati a Careggi sono già stati dimessi.
Lo rende noto il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani che fa il punto a ventiquattro ore di distanza dalla tragedia, che già registra quattro morti e un disperso.
I presidi ospedalieri di Prato, Torregalli, Santissima Annunziata di Ponte a Niccheri e Empoli, hanno prestato soccorso nella giornata di ieri ad almeno ventuno altri feriti, già tutti dimessi. Di questi diciannove si sono presentati autonomamente.
Nel dettaglio: all’ospedale di Prato sono state assistite quattordici persone, a Torregalli tre persone, altrettante ad Empoli ed una al Santa Maria Annunziata di Ponte a Niccheri.
“Continuiamo - osserva il presidente Giani - a seguire con attenzione la vicenda e la Regione, in tutte le sue articolazioni, è impegnata a partire con il suo sistema sanitario.”
Eni: "Collaboriamo, prematura ogni ipotesi"
Eni ha dichiarato di stare collaborando con l'autorità giudiziaria per determinare le cause dell’esplosione al deposito di Calenzano. La società sottolinea che “è assolutamente prematuro ipotizzare la natura” dell'incidente e che le cause saranno chiarite “tramite le opportune e approfondite verifiche tecniche.”
Eni esprime “la propria vicinanza alle famiglie delle persone decedute e alle persone ferite o comunque coinvolte” e assicura che “ogni informazione di dettaglio sarà messa a disposizione da Eni alle autorità giudiziarie,” nel rispetto del “segreto investigativo.”
Giani: "Preoccupanti le condizioni dei feriti. Quel sito è inappropriato"
"Le posizioni dei due feriti al centro grandi ustioni di Cisanello sono molto preoccupanti. Quella di Calenzano è stata una tragedia di entità fortissima ma che poteva essere anche più grave perché accanto alla pensilina di ricarica ci sono almeno 20 cisterne che contengono carburante e quindi se vi fosse stato l'innesto di una catena tra l'incendio dalla pensilina alle cisterne chissà cosa sarebbe successo" ha detto Eugenio Giani, a margine del Consiglio regionale che si è aperto con un minuto di silenzio.
Ancora Giani: "Quel luogo è inappropriato per le funzioni che lì vengono svolte. Capisco che c'è perché quando fu realizzato alla fine degli anni '50 si prevedeva lì l'uscita e l'entrata dell'autostrada, era tutta aperta campagna, e si presentava appropriato, ma oggi no. Oggi quella è un'area densamente popolata, sia sul piano industriale sia anche di residenza perché ha una distanza di ragionevole pericolo con una conurbazione urbana densamente popolata. Ma questo appartiene al lavoro che dovremo fare dopo l'inchiesta della magistratura. Noi potremo agire con provvedimenti quando l'indagine darà conto di quello che effettivamente è accaduto, quindi sulle caratteristiche preventive perché non accada mai più che dovremo mettere in atto, anche con strumenti urbanistici, su quell'area".
Il sindaco di Calenzano: "Soluzioni diverse per il deposito"
Il sindaco di Calenzano, Giuseppe Carovani, ha annunciato una commemorazione per le cinque vittime dell’esplosione nel deposito Eni di Calenzano. La cerimonia si terrà domani alle 10 in via Erbosa, con la partecipazione del presidente del Consiglio regionale toscano Antonio Mazzeo e dei capigruppo dell'Assemblea regionale. È stato proclamato il lutto cittadino e la popolazione è invitata a osservare un minuto di silenzio. Carovani ha espresso il dolore della comunità e ha ringraziato i vigili del fuoco, i soccorritori e le forze dell'ordine. Inoltre, ha sollevato la questione sulla compatibilità dell’impianto con l’urbanistica locale.
"Dobbiamo trovare soluzioni diverse perché la presenza del deposito Eni diventa incompatibile con un problema di incolumità che riguarda l’area circostante che è il cuore della Piana fiorentina”. Lo afferma il sindaco di Calenzano, Giuseppe Carovani, in un’intervista al Tg2000, il telegiornale di Tv2000, in merito all’esplosione dell’impianto di stoccaggio dell’Eni nel Comune in Provincia di Firenze.
“La preoccupazione per il futuro – sottolinea il sindaco - è evidente. Una cosa è parlare di un piano di emergenza per un’azienda a rischio incidente rilevante sulla carta, il fatto che sia effettivamente accaduto cambia il tenore della riflessione che dobbiamo fare”.
“Viviamo ancora lo sgomento – conclude il sindaco a Tv2000 - per quello che è successo e il dolore per le vittime di questo tragico incidente”.
Uno degli autisti: "La sicurezza c'è sempre stata"
Giuseppe è uno degli autisti di cisterne che da trentacinque anni lavorano all'impianto Eni di Calenzano. Per lui "la sicurezza c'è sempre stata, mai avremmo pensato a un'esplosione, piango per i miei colleghi."
E ancora: "Non ci capacitiamo di quanto è successo, per noi autisti l'impianto è sicuro. Conosciamo benissimo tutte le procedure ei i funzionamenti della sicurezza all'interno dell'impianto e non riusciamo a spiegarci cosa sia accaduto. Anche quando c'è stato una rottura o uno spandimento non si è mai arrivati a creare un pericolo veramente. All'interno siamo controllati continuamente e per noi l'insicurezza nasce appena esci dal deposito perché non sai cosa ti può succedere mentre guidi".
La sindaca di Collesalvetti: "Tragedia che non è una novità"
Emiliano Braccini, 51 anni di Livorno, è grave a Cisanello. Sara Paoli, sindaca di Collesalvetti ha subito contattato la famiglia per testimoniare la vicinanza della comunità colligiana.
Queste le parole della sindaca: "Ha superato la notte e ha ustioni su gran parte del corpo. Mi sono messa subito in contatto con i familiari e siamo a disposizione per qualsiasi necessità abbia bisogno la famiglia. Queste sono tragedie che purtroppo accadono sul nostro territorio e non sono purtroppo una novità".
Osservatorio sicurezza: "Non abbassare mai la guardia"
“Con un’incidenza di mortalità fino a ottobre inferiore alla media nazionale, la Toscana si colloca in zona bianca nella mappatura dell’emergenza, ovvero quella in cui si trovano le regioni con un rischio di mortalità meno preoccupante rispetto al resto del Paese. Stiamo parlando di un indice di incidenza di mortalità per milione di lavoratori pari a 20,9, inferiore al dato medio nazionale”. Questo è il commento di Ing. Mauro Rossato, Presidente dell’Osservatorio Sicurezza e Ambiente Vega, in merito ai dati sugli infortuni in Toscana aggiornati al mese di ottobre. “Tuttavia, il drammatico incidente di ieri presso il deposito ENI di Calenzano (FI) ci ricorda di non abbassare mai la guardia e che l’obiettivo della riduzione degli infortuni va perseguito con la massima priorità ogni giorno, applicando scrupolosamente e quotidianamente tutte le necessarie misure di sicurezza”.
Esplosione di Calenzano: il cordoglio del Consiglio regionale
Un minuto di silenzio in Senato
Il Senato ha dedicato un minuto di silenzio alle vittime dell'esplosione di Calenzano. Il presidente del Senato, Ignazio La Russa, ha ringraziato i soccorritori per il loro intervento, affermando: “Voglio ringraziare tutti i soccorritori che si sono subito attivati per portare in salvo i feriti, mettere in sicurezza il sito e ora continuano a cercare senza sosta l’ultimo operaio che ancora manca all’appello.”
La Russa ha aggiunto: “Oggi è un momento di cordoglio e di lutto. Tuttavia sono certo che quest’Aula saprà individuare ogni possibile forma di impegno legislativo e non legislativo per contrastare l’inaccettabile piaga degli incidenti sui luoghi di lavoro.” Ha concluso esprimendo solidarietà: “Il nostro pensiero ora va alle vittime, ai loro familiari e a tutti coloro che stanno soffrendo le conseguenze di questa terribile tragedia.”
L’evento è stato anche occasione per un dibattito sulle morti sul lavoro.
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