I rischi del sito di Calenzano erano già stati ipotizzati da Medicina Democratica nel 2020. Lo afferma in una nota l'esponente di MD Maurizio Marchi a seguito dell'esplosione nel deposito Eni.
"Come prevedevamo già nell'ottobre 2020, è avvenuto stamani un incidente rilevante a Calenzano nei depositi Eni, alle porte di Firenze. Come evidenziavamo già nel 2020 a Calenzano risultano, dai dati ufficiali, eccessi di mortalità e morbilità rispetto alla Toscana: nei comuni di Calenzano, Sesto Fiorentino, Campi Bisenzio sono coinvolte oltre 100.000 persone in emissioni tossiche"
Medicina Democratica spiega di aver "confrontato i dati ufficiali di mortalità e ricoveri a Livorno e Collesalvetti con quelli di Calenzano e Sesto Fiorentino, notando diverse somiglianze. Spiccano la mortalità in eccesso sia a Calenzano che a Sesto Fiorentino per malattie dell'apparato respiratorio, mentre la mortalità per tumore del polmone è in eccesso sulla Toscana in tutti i quattro comuni esaminati, il peggiore è Livorno, poi Sesto Fiorentino. Spicca inoltre l'eccesso di mortalità per tumori nei quattro comuni esaminati, il peggiore è Livorno, seguito da Collesalvetti e da Calenzano".
Sul caso si è espresso anche Marco Caldiroli, presidente nazionale di Medicina Democratica: "L'entità dell'evento ovvero dell'esplosione denota un mancato intervento tempestivo dai sistemi di sicurezza interni e una impossibilità da parte degli stessi di affrontare l'evento. La morte di diversi lavoratori porta a individuare un evento estremo incontrollato o anche un evento verificatosi durante i primi interventi dei servizi di sicurezza interni. In ogni caso dimostra purtroppo una inadeguata protezione dei lavoratori stessi e insufficienti misure di sicurezza a loro dedicate".
Per Caldiroli "è pacifico che si è verificata una perdita di combustibile (in forma gassosa e/o liquida) in quantità considerevole che poi è stata innescata da qualcosa (banalmente anche da un impianto elettrico o una fiamma di qualunque genere) probabilmente nel corso del carico di autobotti, fase particolarmente delicata. Su quest'ultimo aspetto sarà fondamentale valutare la tipologia di carico (con sistemi 'a proboscide' dall'alto o mediante pompe e condotte chiuse) per valutare le necessarie misure per evitare la formazione di atmosfere esplosive ed il relativo innesco".
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