Shopping dopo il furto di 600 euro in una parrocchia di Livorno e prelievi dal bancomat della canonica per 2.000 euro più tentativi di acquisti andati male per l'intervenuto blocco della carta di debito. Per questi fatti il gip di Livorno ha emesso un'ordinanza con misure cautelari personali eseguita dai carabinieri a carico di due indiziati.
Sono una donna sulla quarantina, con precedenti specifici, finita agli arresti domiciliari, e un giovane, di circa 20 anni, incensurato, di presentazione quotidiana in un ufficio della polizia giudiziaria.
Sono accusati in concorso e a vario titolo, di furti pluriaggravati e indebito utilizzo di strumenti di pagamento elettronici.
La donna è stata ristretta ai domiciliari, spiegano i carabinieri, per la "sua pericolosità sociale e la necessità di impedirne il libero spostamento e la reiterazione del reato attesa l'accertata elevata capacità a delinquere, evidenziata anche dal lungo elenco dei suoi precedenti per azioni predatorie".
L'indagine ha preso avvio i primi giorni di ottobre a seguito di un furto con effrazione della porta dell'ufficio parrocchiale. Oltre ai contanti trafugati, le indagini hanno preso la strada dell'utilizzo di una carta bancomat intestata alla parrocchia, con cui erano state eseguite frenetiche operazioni, sia di prelievo di contante per oltre 2.000 euro sia per tentativi di acquisti e prelievi in esercizi in un centro commerciale di Empoli.
I carabinieri del nucleo investigativo di Livorno, coordinati dalla procura labronica, e con la collaborazione dei colleghi delle Compagnie di Empoli e San Miniato (Pisa) hanno gestito un'indagine articolata, anche con gli estratti delle registrazioni video degli Atm e della videosorveglianza del centro commerciale, obiettivi interessati dai tentativi di utilizzo illecito del bancomat. Così facendo sono stati distillati date ed orari compatibili con i movimenti degli autori del furto in parrocchia e dei successivi prelievi di denaro.
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